“Una tragicommedia, tutta italiana”. Inizia così un post pubblicato nelle scorse ore sui social dal sindaco di Cellamare, Gianluca Vurchio. Nel mirino del primo cittadino un ‘curioso’ caso di burocrazia, raccontato nei minimi dettagli.
“È straordinario fare il sindaco – commenta Vurchio – perché impari tantissime cose, perché devi essere pronto a tutto e perché ti capitano cose che nella realtà pensi siano scherzi, ma poi ti accorgi che non lo sono e li vien fuori tutta la farraginosità della (davvero assurda) burocrazia italiana”.
Poi il racconto. “Una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria Generale dello Stato, ci notizia che il Comune di Cellamare è un ente moroso (e sino qua, potrebbe anche starci) e ci informa, con il relativo prospetto in visione, che la morosità è di 1,02 euro più l’importo spettante per il 2022 di 0,47 centesimi. Totale 1,49 euro con l’invito a procedere al versamento della somma complessiva a saldo. Un euro e quarantanove centesimi per contributo di manutenzione “Fari e Fanali” in base a quanto stabilito da un Regio Decreto (Regio Decreto!) del 23.08.1934”.
“Ma vale il foglio di carta, l’inchiostro (o toner che dir si voglia), ed il personale preposto per il procedimento, 1,49 centesimi di euro? – chiede Vurchio -. Ho pensato ad uno scherzo. Invece non lo era, amici miei. Tutto, tristemente, vero”.
“Per 1,49 centesimi di euro – spiega il sindaco -, l’ente deve: impegnare la somma sul capitolo preposto e fare una determinazione del responsabile del servizio economico – finanziario di impegno e liquidazione, pubblicarla in albo pretorio, procedere all’emissione mandato di pagamento e trasmettere lo stesso presso la tesoreria comunale che, dopo verifica, procede al pagamento con bonifico bancario (i costi di commissione superano quelli del debito). Tutto questo per 1,49 euro”, ribadisce.
“E cosa ho fatto? L’ho fatto io e sono andato direttamente in ufficio postale, pagando il “debito” del Comune di Cellamare di 1,49 centesimi di euro, quale contribuito per manutenzione “Fari e Fanali” (fonti normative: Regi Decreti degli anni 1887, 1901, 1907 e 1934). Costo debito: 1,49 euro. Costo Commissione bollettino C/C: 1,80. La commissione supera il “costo” del debito. La nota ministeriale riporta il responsabile del procedimento, il responsabile dell’attività istruttoria, e (giustamente) la firma del direttore. Tre persone, tre”.
“Ed io in comune ho appena un ingegnere (in tempi di PNRR) in Ufficio Tecnico ed un ente che soffre per mancanza di personale ed arranca ogni giorno con i Sindaci (soprattutto nei piccoli comuni) che fanno anche i dipendenti – conclude -. È tutto meraviglioso”.