Avrebbero costretto, o tentato di costringere, i venditori ambulanti di fuochi d’artificio del quartiere Libertà di Bari a consegnare loro dei soldi – dai 100 ai 300 euro per bancarella – o delle batterie di fuochi per proseguire con la loro attività. Ma ci sarebbero state anche le intimidazioni in stile mafioso, come i colpi sparati in aria per intimorire e imporre la propria presenza sul territorio, oltre che per spaventare uno spacciatore che avrebbe iniziato a vendere droga nel quartiere senza autorizzazione del clan Strisciuglio. In alcuni casi avrebbero girato armati per difendersi o per essere pronti a rispondere in caso di agguati del clan Palermiti, con cui era in corso una guerra per il controllo dello spaccio nel quartiere Madonnella.
Per questo, quattro imputati saranno processati con rito abbreviato: si tratta dei 24enni Ivan Caldarola e Antonio Raggi, di Francesco Mastrogiacomo (35 anni) e Saverio De Santis (37), accusati a vario titolo di estorsione e tentata estorsione, minacce e vari episodi di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco, reati con aggravante mafiosa. I fatti si riferiscono al periodo tra novembre e dicembre 2018, e per questo – dopo gli arresti dello scorso novembre – i primi tre sono in carcere e il quarto è ai domiciliari. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari, è stata condotta dalla squadra mobile, il processo comincerà il prossimo 12 maggio. Nell’udienza del 24 marzo si sono costituiti parte civile il Comune di Bari e la Regione Puglia.