In principio fu il gelato fritto cinese; poi venne il sushi nipponico e quindi il poke hawaiano. Ora l’ultima moda del food nel barese ha il sapore della Georgia e porta il nome di ‘Old Tbilisi’, ‘Lagidze water’ e ‘Khareba’. E dopo la scorpacciata, tutti a bruciare le calorie con una sessione di ballo da Gurulebi. Nuove attività georgiane che arrivano direttamente a Bari per iniziativa di altrettante donne, Lela Mosiashvili, Eka Nishianidze, Khareba Georgia e Lela Dvali, con la voglia di fare conoscere una parte della loro cultura ai baresi.
In piazza Luigi di Savoia a maggio ha inaugurato ‘Old Tbilisi’, nome che omaggia la capitale della Georgia e città natale della proprietaria Lela Mosiashvili: un bar tavola calda dove pasticciere e cuoche georgiane preparano le loro specialità, dal khachapuri, al khinkali, il badrijani e tantissimi altri. “Ci tenevo tanto a fare conoscere la nostra cucina a tutto il mondo, anche qui in Italia e specialmente a Bari dove sono ormai da anni e dove ci sono tantissimi stranieri provenienti dai paesi dell’Ex URSS affezionati alla cucina georgiana che vengono a trovarci”.
Anche Eka Nishianidze ci parla della numerosa clientela al Cafe-Bar Georgia & Lagidze water (nome di una bevanda tipica georgiana) in via Altamura 8-8a, aperta un anno fa. “Qui vengono tanti italiani, soprattutto a cena, che apprezzano la nostra cucina tipica, preparata da cuochi professionisti delle nostre regioni. In fondo, i piatti sono molto simili a quelli italiani, con tanta carne, pesce e verdure, ma ahimè da noi niente pasta!”, sorride Eka. Non solo cibo, ma anche vino: in Strada del Carmine Khareba Georgia è proprietaria dal 2018 della vineria georgiana “Cantina khareba”, che prende il nome dall’omonima azienda vitivinicola presente in Georgia nella Kvuareli, nella Regione del Kakheti, che con il suo capoluogo Telavi rappresenta la zona più importante della Georgia, per qualità e quantità, sulla produzione vinicola.
Lela Dvali è invece la fondatrice dell’associazione in via Spalato ‘Gurulebi’ (da Guria, regione georgiana di sua provenienza), con la voglia di mostrare a tutti i bambini nati sul territorio italiano da genitori georgiani la cultura di origine. “Vedere i nostri figli non conoscere la nostra lingua, le nostre tradizioni mi faceva soffrire”, dice Lela. Di qui l’ispirazione di fondare Gurulebi: ai corsi di ballo tipico e lingua partecipano già tantissimi ragazzi e ragazze di diversa età, oltre a qualche adulto sia di nazionalità georgiana che italiana, tra nostalgici o curiosi. Lo studio di danza tipica esiste già da 5 anni, poi riunito sotto l’associazione Gurulebi di recente apertura, nel 2022, costola della precedente associazione per stranieri ‘Radici’. Ciò che accomuna queste donne è la forza di volontà e lo spirito di sacrificio, spesso costrette a partire da una terra indebolita nel tessuto economico-sociale per ragioni storiche e politiche, come ci ha raccontato Angelo Cirone, fondatore nel 2008 dell’Associazione italo-georgiana a Bari (seconda in tutta Italia e prima nel Sud), per promuovere e intensificare le relazioni culturali e commerciali tra i due Paesi.
Donne con un passato completamente diverso dal lavoro che hanno accettato per aiutare la loro famiglia. Spesso sono colf o badanti come nel caso di Eka, che continua a dare assistenza agli anziani accanto alla sua nuova attività. O, ancora, come Lela Mosaiashvili, partita 21 anni fa dal suo Paese e stabilizzatasi per 15 anni a Gravina, dove ha assistito Angelo Ceci, anziano ragioniere di un ospedale, senza cui dice commossa “non avrei potuto realizzare nessuno dei miei desideri e sogni”. Un incontro che le ha aperto le porte al mondo della musica e del dj set in numerose sale ricevimento e ristoranti. “Pian piano mi sono affezionata a questo ambiente e sono riuscita ad aprire una mia attività a Bari, dove sono arrivata 6 anni fa”: si tratta dell’associazione culturale-enogastronomica ‘Nikala’ in corso Cavour, dove non solo si può assaggiare la cucina tipica, ma frequentare corsi e imparare i balli del posto. Nikala conta numerosissimi soci affezionati che hanno seguito Lela anche nella nuova attività.
Lela Dvali, invece, è una ex ballerina professionista e insegnante di danza nel suo Paese: 17 anni fa è fuggita in Italia per aiutare a distanza i suoi cari, lavorando come badante in una famiglia cui continua a essere fortemente legata. “Mi manca molto il mio Paese e vorrei tornare in Georgia, ma devo aiutare la mia famiglia”, confessa. L’importante presenza dei georgiani in Italia, in particolar modo in Puglia e a Bari, vicina allo stile di vita georgiano anche per il culto di San Nicola venerato dagli Ortodossi (religione predominate in Georgia), sta favorendo il meritato riscatto di tutte queste donne, che hanno compiuto e continuano a compiere grandi sacrifici.