“Meritate ogni bene”. Rosalia De Giosa, la donna di 74 anni estratta viva dal crollo del palazzo in via De Amicis a Bari, dopo più di 24 ore sotto le macerie, scrive una lettera ai vigili del fuoco che l’hanno salvata. La firma di suo pugno insieme con il figlio Gaetano Papagna, e la indirizza al comando dei vigili del fuoco di Bari: “Vogliamo esprimere tutto il nostro più sentito ringraziamento per il vostro eroico impegno profuso nelle operazioni di soccorso messe in atto subito dopo il crollo della palazzina di via Pinto 6 a Bari – si legge – Un impegno di alto spessore professionale e grande caratterizzazione umana, che hanno fatto sì che una vita potesse essere salvata dopo oltre un giorno dalla tragedia”.
“Una indefessa attività profusa sull’onda della più alta generosità altruistica, che è un esempio di grande civiltà e spirito di abnegazione che sono l’orgoglio del nostro Paese – continuano madre e figlio – Paese del quale voi rappresentate una solida colonna portante, sempre, pronta ad agire coraggiosamente buttando oltre gli ostacoli il vostro cuore”. La signora De Giosa e suo figlio augurano quindi ogni bene ai pompieri, e pure che gli venga assegnato “un vero riconoscimento formale del nostro Paese”: “Noi possiamo solo dirvi grazie per aver creduto ed essere riusciti a salvare una vita in quella che sembrava essere una missione impossibile”.
Il ringraziamento va quindi alla comandante Rosa D’Eliseso e “a tutte le squadre dei vigili del fuoco impegnate della Regione Puglia (G.o.s., cinofili, Sapr e partenze ordinarie), alla squadra Usar/M Puglia-Basilicata-Molise, coordinate da Luigi Menolascina (direzione regionale Puglia) e da Terenzio Ventura del comando di Taranto; squadra Usar/M Campania coordinata da Luic Landinetti di Napoli”.
La sopravvissuta al crollo – che è tornata a casa il 10 marzo, dopo aver passato qualche giorno in ospedale – ha infine un ringraziamento speciale da fare: ai “quattro vigili del fuoco che hanno riportato alla luce dalle macerie una vita umana, nelle persone di Michele Ariosto e Salvatore Silvestri di Napoli, Alessandro Testa di Avellino e Carmine Quercia di Caserta”. “Che Dio vi benedica – si conclude la lettera – e renda merito e vi protegga, insieme ai vostri cari e ai vostri affetti. Non ci sono parole che possano amplificare il nostro sentimento di gratitudine per quanto avete fatto”.