Per fortuna dell’impatto restano solo pochi raschi e molte (amare) considerazioni. A dimostrazione che, ormai, la presenza dei monopattini nelle strade della città è un fenomeno che contribuisce ad aumentare i dati sugli incidenti, più o meno gravi. Dell’ultima disavventura è protagonista Stefano Franco, consigliere del Municipio 3 di Bari, originario del San Paolo e candidato alle scorse elezioni alla Camera dei Deputati per il Terzo Polo.
E’ lo stesso consigliere a raccontare quanto accaduto nella mattina di martedì 21 febbraio. “Sono stato investito. Mentre percorrevo la pista ciclabile di corso Vittorio Emanuele in monopattino in direzione Teatro Margherita sono stato scaraventato a terra da un’auto che svoltava su via Andrea da Bari. Quello è un punto pericoloso in quanto è l’unico incrocio in cui non c’è un semaforo e in questi casi si applica la logica della ‘precedenza’ che ci hanno insegnato alla scuola guida: io andavo dritto, lui non ha rispettato la destra. Punto”.
La dinamica è, purtroppo, molto frequente: ma con finale amaro. “Io ho frenato di colpo ma non sono riuscito ad evitare l’impatto e sono caduto per terra. Prontamente diversi passanti mi hanno soccorso aiutandomi ad alzare e mi hanno aiutato a recuperare la borsa da lavoro volata più in là e mi hanno chiesto se necessitassi soccorsi. Fortunatamente non mi sono fatto niente e non ho sbattuto la testa e, a parte qualche raschio sulle mani, sull’abito e diverse ammaccature sul monopattino, non ho subito altri danni. La cosa che mi ha davvero fatto stare male è che l’automobilista non si sia fermato per niente; anzi, ha continuato in imperterrito la sua marcia anche abbastanza veloce”.
Tre le considerazioni del consigliere Franco. “Il problema sicurezza sulla strada è evidente e bisogna intervenire in qualche modo. Da un lato vediamo quotidianamente monopattini sfrecciare all’impazzata e spesso in contromano; dall’altro gli automobilisti devono ormai prendere consapevolezza che le nostre strade, soprattutto in centro cittadino, sono e saranno sempre più piene di mezzi a mobilità sostenibile: bisogna usare prudenza. E le azioni di sensibilizzazione ed educazione sul nuovo codice della strada non saranno mai troppe”.
C’è poi una riflessione personale. “Ogni situazione insegna qualcosa: oggi ho avuto l’ennesima dimostrazione che la prevenzione è fondamentale anche su questi mezzi ‘smart’. Per sola fortuna non ho sbattuto la testa e non avevo il casco perché ‘fa figo’ correre sul monopattino con i capelli al vento: mi è andata bene, ma sono subito andato ad un centro e, sebbene non obbligatorio, ho rimediato alla mia negligenza acquistando il casco omologato che da oggi farà parte della mia consueta routine”. Infine la triste constatazione, e anche una promessa. “La persona che non si è fermata è un criminale: se avessi sbattuto la testa lui sarebbe stato reo di omissione di soccorso. Il codice della strada dice che in caso di sinistro c’è l’obbligo del rilascio delle proprie generalità. Spero davvero che non se ne sia accorto, altrimenti è davvero da essere preoccupati che persone così siano in giro nelle nostre strade. In ogni caso domani andrò a sporgere denuncia contro ignoti e, se dovessi avere un risarcimento per l’accaduto, lo devolverò completamente nell’acquisto di strumenti di sicurezza (caschi, ginocchiere, gomitiere) da donare a qualche ente di volontariato che organizza corsi sulla sicurezza stradale”.