Torniamo sull’episodio avvenuto due notti fa al Pronto Soccorso del Giovanni XXIII di Bari. Un papà ha sfondato una porta ferendo un medico. Dopo la pubblicazione della notizia e l’inevitabile dibattito che ha scatenato, l’uomo ha contattato la redazione di Telebari chiedendo di spiegare le ragioni del suo gesto. Decine i commenti ai nostri articoli sull’episodio, in cui i lettori ci hanno chiesto di raccontare la vicenda con completezza di cronaca, includendo tutti i punti vista delle persone coinvolte, sempre nella ferma condanna di ogni gesto di violenza.
Ha il dito fasciato per la ferita provocata dal pugno sulla porta, l’uomo di 52 anni protagonista del gesto compiuto al Giovanni XXIII nella notte tra mercoledì e giovedì. Scegliamo di intervistarlo in forma anonima, perché crediamo sia priorità assoluta tutelare il bambino e preservarlo da una pericolosa esposizione mediatica.
L’uomo racconta di essere arrivato al Pronto Soccorso a mezzanotte e mezza e di essere stato accettato circa mezz’ora dopo. Le dimissioni, nonostante il trambusto provocato dall’episodio, sono avvenute alle 2:49. Il bimbo era stato classificato come codice verde con l’annotazione della sua condizione, in quanto affetto da disturbo dello spetto autistico di tipo 3. Aveva la febbre già da sabato ma la terapia consigliata dal medico di famiglia non aveva sortito gli effetti sperati, tanto da indurre il papà a portare il bimbo in pronto soccorso, seppur fosse ormai la mezzanotte di mercoledì.
Una situazione che non giustifica l’episodio ma deve comunque indurre a una riflessione sulle criticità del sistema dell’emergenza urgenza.
Dopo l’aggressione, anche il medico pediatra del pronto soccorso ci ha raccontato quanto accaduto, dispiaciuto ma convinto a continuare il suo lavoro con lo stesso slancio: la videointervista qui.