“I segnali sono inquietanti, la Camorra barese è pronta a rialzare la testa nonostante le carcerazioni”. A parlare è il criminologo Domenico Mortellaro, contattato da Telebari, che ha commentato i recenti fatti successivi alla morte del 27enne Christian Di Gioia: “Sono anni che questo fenomeno viene denunciato e oggi ci appare plasticamente con quel corteo per tutta la sua gravità. È necessario comprendere che quello che è avvenuto arriva anche sull’onda di una emotività molto forte, perché ci troviamo comunque di fronte alla morte morte di un giovane. È però chiaro che ci sono state delle scelte precise nella risposta degli amici a questa tragedia e le scelte precise sono state le minacce contro l’Arma dei Carabinieri, la scelta di condurre un corteo funebre contromano fin sotto la struttura della casa circondariale per testimoniare ad alcuni parenti del defunto che sono reclusi vicinanza”.
Mortellaro ha parlato poi del ruolo delle istituzioni, in questo periodo in cui Bari è stata considerata quasi un’isola felice trainata dal boom del turismo: “Può non essere un’apparenza – ci spiega – nel senso che poi Bari ha conosciuto un forte sviluppo trainato dal settore turistico. Dopodiché dobbiamo renderci conto che, negli ultimi tre anni, il settore turistico, dal post COVID, è uno dei settori più a rischio dal punto di vista proprio della tenuta della legalità. È un settore che è stato pesantemente finanziato, per mantenersi in piedi, dalla criminalità organizzata. Più del 50% delle strutture sono inquinate, per ragioni di sopravvivenza, da capitali di provenienza grigia o nera. Scegliere di puntare tutto quanto su questa retorica del “sii felice sei a Bari”, del “Bari isola felice” ci fa precipitare di 45 anni indietro, a quando si parlava di Apulia Felix e nel frattempo non si voleva guardare quando le organizzazioni criminali italiane stessero mettendo radici nella nostra regione”.
“La professionalizzazione della classe criminale è già presente. Non possiamo correre ancora questo rischio e credo sia anche ora di smetterla di liquidare determinati fenomeni ben precisi. Per esempio la professionalizzazione dell’uso di strumenti mediatici e strumenti di comunicazione. Non possiamo più permetterci di liquidare come folklore i fuochi d’artificio, non possiamo più permetterci di liquidare l’utilizzo delle pagine influencing. Questo fenomeno viene denunciato e oggi ci appare plasticamente con quel corteo per tutta la sua gravità. È il caso di svegliarsi e farlo subito”.