“La mia vita da medico non cambierà dopo quello che è successo, però sono dispiaciuto. E sono anche preoccupato perché capita che in turno ci sia un solo medico o ci sia una collega da sola che così rischierebbe molto di più di quanto accaduto a me. Tocca fare sensibilizzazione al rispetto”. È quanto dichiara in un’intervista il medico specializzando in Urologia di 33 anni che ieri sera, mentre era in servizio nel Pronto soccorso dell’ospedale di Corato, è stato aggredito da un utente.
Il presunto aggressore avrebbe 40 anni ed era arrivato con la compagna nel reparto di emergenza-urgenza. “Era fermo vicino l’ingresso del reparto. Mi sono avvicinato per sincerarmi delle sue condizioni, che non erano gravi – racconta il medico originario di Rutigliano – e per dirgli che l’avremmo subito visitato, avrebbe dovuto attende solo l’uscita di una paziente”. È stato allora che l’uomo “mi ha dato un ceffone, sono intervenuti i colleghi e quando ha sentito che avrei chiamato i carabinieri, si è dileguato”, continua il 33enne che si è laureto sei anni fa.
“Ho lavorato anche al Pronto soccorso del Di Venere di Bari, al dipartimento di Prevenzione e alle parolacce e agli insulti sono abituato, ma mai prima d’ora avevo subito un’aggressione – prosegue il medico – Non è facile, il sistema sanitario soffre ma non è così che si risolvono le problematiche che gli ospedali vivono ogni giorno”.