Coccarde tricolori sulla toga, Costituzione alzata al cielo durante l’esecuzione dell’inno nazionale, cartelli con una frase di Pietro Calamandrei: “In questa Costituzione (…) c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (…) non è una carta morta (…), è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità (…) lì è nata la Costituzione”.
Questa la protesta organizzata dai magistrati del distretto della Corte d’Appello di Bari per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso nell’aula magna del palazzo di giustizia di piazza Enrico De Nicola, contro la riforma della giustizia. “Questa riforma intacca l’equilibrio tra poteri a discapito del controllo di legalità e ha lo scopo di minare le garanzie dei cittadini. Oggi chiediamo un confronto e chiediamo di essere ascoltati perché sul disegno di riforma possa esserci un confronto col Governo”, ha detto Antonella Cafagna, presidente della giunta esecutiva dell’Anm di Bari.
Prima dell’inizio del discorso del viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, poi, i magistrati presenti in Corte d’Appello hanno lasciato l’aula in segno di protesta. La protesta era stata annunciata dall’Anm, e prima dell’ingresso di Sisto in aula e dell’inizio della cerimonia, il segretario generale di Area, corrente progressista dell’Anm, Giovanni Zaccaro, ha consegnato dei dadi al viceministro, sempre in segno di protesta per il sorteggio dei membri del Csm. “È meglio se ci fai il brodo”, è stata la risposta del viceministro.
“Non c’è dubbio” che la politica, con la nuova riforma della giustizia, voglia indebolire la magistratura per controllarla. A dirlo il procuratore di Bari, Roberto Rossi, rispondendo alle domande dei cronisti a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nell’aula magna della Corte d’Appello di Bari. “Stiamo cercando di far comprendere che queste riforme costituzionali sono contro i cittadini e la democrazia. Questa riforma indebolisce la magistratura nel suo complesso e ha il significato di impedire che i magistrati siano controllori degli altri poteri. Una delle accuse del ministro è stata quella di moltiplicare i fascicoli, è vero: lo facciamo per tutelare i cittadini contro la criminalità organizzata, perché lavoriamo giorno e notte per impedire che la mafia soggioghi i territori. Moltiplichiamo i fascicoli per impedire che funzionari e imprenditori, con manovre illecite, sottraggano soldi ai cittadini. Come dico sempre: lasciateci lavorare”.
“Si fanno generalizzazioni improprie gettando discredito sulla magistratura – ha aggiunto Salvatore Casciaro, segretario dell’Anm – forse proprio in un’ottica, che sembra già vedersi all’orizzonte, di una campagna referendaria in cui si chiederà impropriamente ai cittadini di esprimere un gradimento sulla magistratura, e non sul merito di un quesito referendario di domani”. E ancora: “Il ministro Nordio parla di pm superpotenti, che hanno un potere che non ha eguali nell’Ue. Ma propone, con la riforma, un pm che diventerà ancora più potente e autoreferenziale, con un Csm esclusivamente ritagliato su di lui, che sarà arbitro delle carriere dei pm e dell’esercizio dell’azione penale. Per ridimensionare la figura del pm lo si rende autonomo e autoreferenziale, bisognerà poi metterlo sotto un controllo esterno che non potrà essere che il controllo politico. Questo ridurrà il rischio di indagini sgradite alla politica, vero obiettivo di questa riforma costituzionale”.