Dal 2022 a oggi sono 22 i medici specializzandi in Malattie infettive e tropicali dell’università Aldo Moro di Bari che hanno lavorato sul molo Favaloro di Lampedusa nelle operazioni di vigilanza sanitaria transfrontaliera durante gli sbarchi dei migranti. Una sorta di “corso intensivo, una modalità di apprendimento in immersione totale”, spiega UniBa in in una nota, che al momento vede impegnato il dottor Davide Capruzzi. L’esperienza di questi giovani medici è diventata un libro, ‘Miya Miya. Riflessioni da uno scoglio di confine’ (Edizioni La Meridiana). Questa esperienza è possibile grazie all’accordo fra università di Bari e Usmaf-Sasn Sicilia, riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come una best practice per la promozione della salute di migranti e rifugiati.
Le riflessioni di questi giovani specializzandi impegnati in prima linea nelle operazioni di soccorso sulla banchina sono state raccontate nel libro, che sarà presentato domani, martedì 1 aprile alle 16.30, nell’aula magna dell’ateneo barese, “non con l’intento di suscitare pietà o commiserazione per le persone che arrivano – hanno spiegato gli specializzandi – ma solo per poter condividere emozioni e pensieri che sono nati in noi lavorando sull’isola e che ci hanno cambiato come persone e come medici”. Quanto al titolo del volume, Miya Miya (in arabo “va tutto bene”), è la frase pronunciata più spesso sul molo Favaloro durante le prime operazioni di soccorso e assistenza, racconta quindi l’incontro tra chi approda, segnato da viaggi impossibili, e chi tende una mano con solidarietà e con cura.