Percorsi differenziati e protetti attraverso tre zone di filtraggio e personale sanitario dedicato alla esecuzione in loco dei tamponi su tutti i nuovi ingressi. E’ quanto prevede il protocollo operativo messo a punto da ASL Bari e Direzione del carcere per potenziare le misure di prevenzione e contenimento da contagio Covid 19 all’interno dell’Istituto penitenziario con l’obiettivo di assicurare la massima sicurezza ai detenuti.
“Il potenziamento delle misure sanitarie consente l’accesso nella comunità penitenziaria soltanto ai soggetti nei quali è stato escluso preventivamente e con i dovuti controlli la presenza del virus – spiega il direttore generale della ASL, Antonio Sanguedolce – stiamo identificando anche le procedure per la prevenzione del contagio attraverso lo screening sierologico di tutti gli operatori sanitari e dell’amministrazione penitenziaria che prestano servizio all’interno della casa circondariale per identificare quanti hanno sviluppato un’immunità al virus pur senza segni evidenti di malattia”. L’Unità di Medicina Penitenziaria di Bari – diretta dal dottor Nicola Buonvino – è stata la prima tre le strutture del Sud a recepire le direttive nazionali per mettere in atto un piano di protezione di una comunità fragile, come quella detenuta, attivando una organizzazione igienico sanitaria articolata e finalizzata a bloccare il contagio.