Ci sarà da attendere forse metà giugno, ma il progetto di disattivazione dei reparti Covid per la Fase 2 sanitaria procede a piccoli passi. Già in settimana la Regione incontrerà i Direttori Generali degli ospedali pugliesi ancora coinvolti per capire come procedere per ripristinare il funzionamento dei vecchi reparti.
Se le strutture del privato accreditato sono già tornate alla normalità, per la provincia di Bari, a breve dovrebbe toccare al Miulli: l’ospedale ecclesiastico di Acquaviva è stato centrale nella gestione della fase acuta dell’emergenza con un’ala completamente dedicata ai pazienti Covid. Ma ora che i numeri scendono è tempo di riprendere la normale attività. Stesso ragionamento va fatto per il Policlinico di Bari: nei progetti originari la sua riconversione doveva avvenire già da qualche settimana.
Ad anticiparlo a Telebari era stato il Direttore del Dipartimento della Salute Vito Montanaro. Nei fatti questo non è poi avvenuto e anzi, su Bari, Asclepios sarà l’ultima area Covid a essere smantellata. Il Ministero ha infatti chiesto alle Regioni di procedere con cautela e di lasciare posti disponibili anche se non occupati. Da Roma arriveranno delle note tecniche per indicare i modelli organizzativi da seguire per il ritorno graduale alla normalità, basati su indicatori statistici epidemiologici regolati sulla diffusione del virus nel paese.
Il rialzo dei numeri è atteso per ottobre-novembre ma, come insegna il caso Molise, l’errata interpretazione delle misure da parte della popolazione può provocare imprevisti lungo il percorso. Ecco perché oltre a mantenere un contingente minimo anche qualora si dovesse toccare quota zero, tutti i posti Covid dovranno essere nelle condizioni di essere ripristinati in breve tempo in caso di improvvisa risalita del contagio.