“E se uno spettacolo teatrale, un concerto o un film si organizzasse in una chiesa, tutto funzionerebbe regolarmente? Che differenza c’è tra un monologo teatrale e un parroco che celebra la messa? Allora trasformiamo le chiese in teatro o cinema”.
E’ la provocazione lanciata da Gigia Bucci, segretaria Cgil Bari, contro le misure del nuovo Dpcm anti-Covid che dispone la chiusura di cinema e teatri, ma lascia aperte le chiese..
“Premesso che non ho nulla contro i riti e le cerimonie religiose che rispetto e che assolutamente si possono svolgere in sicurezza” dice Bucci, “quello della cultura è un settore produttivo che a Bari e provincia ha necessitato di decenni per decollare e che a questa seconda ondata non si è fatto trovare impreparato. Nei cinema, nei teatri, ma anche nelle palestre per tirare dentro questo discorso anche un altro settore fortemente danneggiato dal nuovo Dpcm, sono state adottate misure serie e rigorose per contrastare la diffusione del Coronavirus”.
“E infatti non mi risulta né a Bari né altrove, che ci siano stati focolai in cinema, teatri, musei, e neppure palestre o centri benessere che invece subiscono con queste misure restrittive un danno enorme”. “Sarò in piazza venerdì 30 ottobre insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dello spettacolo – conclude la segretaria Cgil Bari – per manifestare insieme a tutto il comparto in grande sofferenza e parliamo di centinaia di lavoratori che non hanno ancora ricevuto gli ammortizzatori o le indennità e sono ancor oggi senza tutele garantite, nonostante le promesse”.