Le Asl pugliesi hanno chiesto ai gestori delle Rsa ed Rssa di “sottoporre, a proprie spese, gli ospiti a campagne di screening epidemiologico periodiche (ogni 15 giorni), tramite somministrazione di tamponi rino-faringei molecolari e/o antigenici”.
Ma le strutture che aderiscono alle associazioni di categoria Agespi, Aiop, Ansdipp, Assoap, Confcooperative sanità, Uneba, Welfare a levante, hanno comunicato che “non dispongono delle risorse finanziarie necessarie per far fronte a questo ulteriore adempimento” perché “già provate dall’esborso finanziario, insostenibile per i bilanci, degli ultimi 9 mesi, per l’acquisto di Dpi, integrazione di personale di assistenza ed a seguito dei minori ricavi dovuti alla sospensione dei ricoveri o alla riduzione dei posti letto per la realizzazione di aree dedicate”.
È quanto si legge in una nota inviata alla Regione Puglia. “Non avendo ricevuto, ad oggi, nessun riscontro alle reiterate richieste di aiuto finanziario – scrivono le Rsa – diversamente da quanto disposto da tutte le regioni italiane e, ritenendo che tutte le fonti del diritto emanate nel periodo emergenziale abbiano chiaramente posto a carico delle Regioni tali obblighi e adempimenti, preannunciamo che entro la fine del corrente anno, le singole strutture provvederanno ad inviare alle competenti Asl le richieste di rimborso del maggiori costi sostenuti a seguito dell’emergenza da Covid-19”.