Da giugno a dicembre circa 1000 infermieri sono passati dalle Rsa o Rssa alle Asl pugliesi, lasciando buchi nelle piante organiche delle strutture private. Il dato è emerso durante la riunione che si è svolta in videoconferenza oggi pomeriggio tra le associazioni dei gestori delle Rsa e la Regione Puglia.
Per far fronte all’emergenza coronavirus, le sei Asl pugliesi hanno assunto quasi 1.200 infermieri ma quasi tutti lavoravano alle dipendenze delle Rsa, che non sempre sono riusciti a rimpiazzare i professionisti che hanno lasciato il posto di lavoro. “Questo ha provocato una carenza media di 2-3 unità” in ogni Rsa, si legge nel documento di sintesi della riunione.
“Considerato che le strutture complessivamente sono circa 150 – è scritto – possiamo desumere una carenza complessiva di circa 500 unità”. I gestori privati chiedono che “nei futuri bandi” delle Asl “si precisi che gli infermieri che negli 2 mesi hanno prestato servizio alle dipendenze di strutture socio-sanitarie-assistenziali private, assumendo l’incarico in Asl restino, per tutta la durata del periodo emergenziale, presso le strutture di origine”.