“Entro sabato la Regione deve darci riscontro. Torneremo a protestare la prossima settimana in occasione del Consiglio Regionale”. È molto chiaro Antonio Perruggini, uno degli organizzatori del sit-in tenutosi questa mattina davanti alla sede della Regione di via Gentile. Le associazioni, presentatesi in rappresentanza di oltre 450 strutture tra Residenze Sanitarie Assistenziali e Centri Diurni, sono infatti tornate a fare sentire la propria voce.
Due questioni preliminarmente sono state sottoposte alle autorità sanitarie regionali: i nuovi accreditamenti annunciati e per i quali le strutture hanno investito da tempo risorse e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.
Capitolo a parte poi è quello dei Centri Diurni. Se da un lato a questa tipologia di strutture è stato riconosciuto un contributo a parziale ristoro delle spese extra sostenute durante la pandemia, va sottolineato come questo abbia riguardato solo un periodo di quattro mesi. A questo si aggiungerebbe una disomogeneità tra le varie ASL sul riconoscimento delle quote sanitarie, con un analogo problema sulle quote sociali e il riconoscimento dei buoni di servizio.
Un tira e molla che ha l’esito paradossale di non vedere riconosciute neanche le ore di DAD per le quali i centri avevano prestato assistenza come da indicazione della Regione.