Ottantanove lavoratori non vaccinati al Policlinico. 107 per la Asl di Bari. Ma soprattutto una percentuale di provvedimenti disciplinari adottati da tutte le aziende sanitarie pugliesi bassissima, nonostante due leggi approvate a livello nazionale e regionale. In tutta la Puglia sono 464 gli operatori non vaccinati, mentre quelli sospesi appena 185.
È il dato che emerge dalla riunione della III Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Puglia, dopo la richiesta di audizione promossa dal consigliere regionale Fabiano Amati. Lo stesso, ricordiamo, da cui era partita la proposta di legge, poi approvata in consiglio regionale, per l’obbligatorietà del vaccino anti Covid per i lavoratori della sanità che operano in alcuni luoghi sensibili, cui ha fatto seguito una legge nazionale ancora più stringente, destinata a tutti gli operatori esercenti le professioni sanitarie e quelli che svolgono compiti di interesse sanitario.
Quest’ultima prevede la sospensione senza retribuzione per il lavoratore che rifiuti la vaccinazione. Il dato che emerge dai lavori della commissione è però allarmante: non solo molti operatori, tra medici, infermieri, operatori sociosanitari e amministrativi scelgono anche in Puglia di non affidarsi alla scienza ma le aziende sono ancora oggi in ritardo con i provvedimenti.
In molti casi infatti gli uffici non sono riusciti ancora a ricostruire i casi di esenzione dalla vaccinazione, con il risultato di un ritardo che espone l’utenza delle strutture sanitarie a un rischio di contagio anche in luoghi, come gli ospedali che da questo punto di vista dovrebbero essere blindati, soprattutto oggi che è iniziata la fase delle terze dosi di vaccino. Lo stesso Amati ha manifestato un certo disappunto per la mancata applicazione di ben due leggi.