Un tampone per accertare la positività o la negatività al Covid o per certificare l’avvenuta guarigione. Le disposizioni di recente approvazione hanno sdoganato la possibilità di utilizzare i test antigenici come uno strumento equipollente a quelli molecolari, da inizio pandemia considerati gli unici validi ai fini diagnostici.
I numeri schizzati alle stelle delle positività hanno indotto le autorità sanitarie ad affidarsi anche a tamponi che normalmente erano considerati validi solo per lo screening, ma non per questo sono da considerarsi inattendibili. In particolare è fatta spesso richiesta dei cosiddetti test antigenici di terza generazione, non una novità in realtà, perché già utilizzati da tempo da molti centri.
Questi tamponi, che sfruttano la metodica dell’immunofluorescenza sono considerati particolarmente affidabili, se non altro per la maggiore precisione di analisi da parte della macchina. A spiegarlo a Telebari è stata Daniela Scotti, titolare del laboratorio Scotti.