Luciano Canfora torna a parlare della guerra in Ucraina. Dalla partecipazione alla guerra all’accoglienza dei profughi. Dalla libertà di stampa a Giorgia Meloni. Invitato dal Liceo scientifico Enrico Fermi di Bari, il professore emerito di filologia classica ha ribadito le sue idee davanti a una nutrita platea di studenti. “Uno che si schiera a sinistra come il sottoscritto non si può riconoscere in uno stato ipercapitalistico come la Russia attuale – risponde a uno studente – però non si può non osservare che c’è da parte della NATO una operazione brutale per schiacciare l’antico avversario della Guerra Fredda.”
Il problema sarebbe che la stampa, definita “fintamente indipendente”, avrebbe scaricato tutte le responsabilità del conflitto su una sola parte senza analizzare a fondo la genesi di questo scontro. Secondo Canfora dietro questa mancanza di libertà ci sarebbero “strutture di èlite sovranazionali” come per esempio Bilderberg, in grado di chiamare i giornalisti e farli parlare per conto di questa struttura. “Quei volti più o meno rassicuranti che vedete nei programmi di approfondimento hanno superato quell’esame”, prosegue Canfora, “e hanno il compito di portare avanti l’informazione o escludendo alcune voci o creando quella comica trappola di invitarli e farli massacrare dai bravi di Don Rodrigo, come avviene per Orsini.” Del resto “la stampa, come un coro all’unisono ulula e canta.”
Infine Canfora ha espresso dubbi sulle possibilità che la politica italiana possa gestire la complicata situazione politica internazionale: “Anche la temibilissima leader di Fratelli d’Italia – si riferisce a Giorgia Meloni – trattata come una mentecatta pericolosissima, essendo neonazista nell’animo si è subito schierata con i neonazisti ucraini è diventata una statista importante ed è contenta di questo ruolo.”