“Non volevo ucciderla, ma non accettavo la separazione. Lei voleva andare via da casa, ero geloso, ho perso la testa”. È questa l’estrema sintesi dell’interrogatorio che Luigi Leonetti ha reso nel corso della nottata nella caserma di Andria, davanti ai Carabinieri e al pubblico ministero Francesco Chiechi. L’uomo è stato sottoposto a fermo perché accusato dell’omicidio di Vincenza Angrisano, la 42enne morta ieri a casa, accoltellata dal marito.
Stando al racconto che l’uomo ha fatto durante l’interrogatorio, già da due mesi il rapporto fra i due era in crisi (come confermato anche da colleghi della donna). Ieri pomeriggio Vincenza Angrisano era andata a prendere il figlio piccolo da scuola. Una volta a casa, i due coniugi avrebbero iniziato a litigare: toni sempre più accesi, al punto che il figlio grande, che si trovava nella sua stanza, avrebbe chiamato con sé il fratellino. A quel punto Leonetti avrebbe afferrato un coltello e colpito la moglie con quattro fendenti: due al torace e altrettanti all’addome. Ora è detenuto nel carcere di Lucera in attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo.
“L’ho lasciato poco prima delle cinque del mattino di oggi, dopo l’interrogatorio in caserma durato quasi un’ora. Ha confessato di aver ucciso la moglie ma ha ripetuto che i loro figli non hanno assistito all’omicidio”, ha dichiarato all’Ansa Savino Arbore, legale difensore di Luigi Leonetti. “Piange ed è preoccupato per loro”, ha aggiunto l’avvocato spiegando che il 51enne “ha fornito agli inquirenti la sua versione dei fatti”. I bambini, che ieri sera sono stati supportati dalla psicologa del centro traumi della Asl Bat, sono stati affidati ad alcuni parenti. L’udienza di convalida del fermo si terrà, con ogni probabilità, venerdì prossimo.
“Rimaniamo tutti senza parole davanti a questa ennesima tragedia. Dire parole d’occasione è ora fin troppo facile e scontato. Meglio un silenzio carico di preghiera e attenta riflessione su dove rischia di portarci questo modello di società fondato sulla violenza e sulla sopraffazione”. Sono le parole del vescovo della diocesi di Andria, monsignor Luigi Mansi. “Ci sentiamo vicini con immenso affetto ai due figli della coppia, augurandoci che la solidarietà affettuosa di tanti, li aiuti nell’affrontare la vita e il futuro con fiducia e speranza, nonostante la tragedia che li ha colpiti”, aggiunge Mansi rivolgendo un pensiero ai due bambini, di 6 e 11 anni, che erano in casa al momento del delitto. “Che il Signore aiuti tutti – conclude – a guardare avanti nonostante tutto, ritrovando presto condizioni che facciano rifiorire fiducia e speranza”.