“Fratello, mi dovevi vedere durante il Coronavirus. Come facevo a camminare? Vestito da ambulanza…!”. Così, travestito da soccorritore del 118, un uomo del clan Parisi-Palermiti di Bari riusciva a gestire il traffico di droga anche durante il periodo del Covid, caratterizzato da lunghe fasi di lockdown. È quanto emerge da una delle intercettazioni rese pubbliche dai carabinieri nell’ambito delle indagini che hanno portato all’arresto di 56 persone: tutte indagate per aver partecipato a un sodalizio dedito al narcotraffico, diretto e promosso, su Bari e provincia, proprio dal clan Parisi-Palermiti, nota organizzazione criminale di tipo mafioso-camorristico.
“Servizi di osservazione, controllo e pedinamento – spiegano i carabinieri – perquisizioni e sequestri vari, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in merito alle attività illecite poste in essere dal clan delineando il sodalizio dedito al narcotraffico in tutti i suoi elementi sintomatici. Una struttura gerarchicamente articolata composta da organizzatori, promotori, dirigenti e partecipanti, che grazie al controllo del territorio e sulla scorta delle qualità mafiose dei promotori riusciva a gestire il mercato degli stupefacenti, ricorrendo, all’occorrenza, anche alla violenza e all’utilizzo di armi e munizioni”.