Cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Questi i nodi centrali dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil per protestare contro la manovra del Governo. Uno stop di 8 ore per tutti i settori privati e pubblici, ad eccezione dei trasporti dove è di 4 ore: per bus e metro dalle 9 alle 13, così come per il trasporto marittimo, per i voli dalle 10 alle 14. Esclusi dallo stop i treni.
Dalla sanità ai trasporti, dalle fabbriche alla scuola, dai servizi ambientali, ai lavoratori della conoscenza, sino ai pensionati. Sono migliaia i lavoratori, del settore pubblico e privato, che quest’oggi incrociano le braccia aderendo allo sciopero generale. Una mobilitazione che si articola in 43 piazze in tutta Italia. In Puglia presenti circa duemila persone delle delegazioni di Bari e Bat al raduno di piazza Massari, nel capoluogo pugliese.
Manifestazioni anche in piazza Prefettura a Brindisi, in piazza Giordano a Foggia, a Lecce a Porta San Biagio e a Taranto con un corteo dal piazzale antistante l’ingresso dell’Arsenale in via Di Palma fino a piazza Maria Immacolata.
“Con oltre un anno e mezzo di ritardo il Governo dissequestra le risorse del Fondo sviluppo e coesione destinate alla Puglia, che assieme ai fondi strutturali sono lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuale le politiche per lo sviluppo volte e sanare le differenze territoriali. – ha dichiarato la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci – Una contrapposizione ideologica figlia di una visione centralista e paternalistica quando si parla del Sud, mentre si era pronti a trasferire alle regioni del Nord oltre venti materie con l’autonomia differenziata, fortunatamente e giustamente bocciata dalla Consulta. La firma dell’accordo tra Governo e Regione in Puglia avviene nel giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil: che non vi sia rispetto della rappresentanza sociale da parte di questo Governo è noto, nonostante il richiamo del Presidente Mattarella al dialogo con i corpi intermedi. In Puglia tra automotive ed ex siderurgico rischiano di saltare 20mila posti di lavoro e l’ossatura del nostro sistema produttivo. Nella nostra regione l’emigrazione giovanile rischia di determinare una desertificazione demografica che renderebbe vano ogni sforzo di sviluppo. E nonostante l’allarme sugli indicatori della povertà, bassi salari, precariato; di fronte ai problemi che attraversa il sistema sanitario, dinanzi ai lamenti degli amministratori – di ogni colore politico – per i tagli agli enti locali, con una politica fiscale che non redistribuisce nulla e non fa recuperare potere d’acquisto a salari e pensioni, erosi da una inflazione speculativa, ci si chiede perché scioperiamo? Lo facciamo per portare la voce di chi vive marginalità sociale e difficoltà ad arrivare alla fine del mese”.