I carabinieri del Ros e del Comando tutela ambientale hanno arrestato 48 persone (41 sono finiti in carcere, 7 ai domiciliari) in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare richiesta dalla DDA di Bari. Le accuse nei confronti dei destinatari delle ordinanze, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivi e truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche anche dell’Unione Europea.
“La proiezione internazionale ha evidenziato come la criminalità organizzata sia andata ancora una volta a dirigersi e posizionarsi in quei Paesi nei quali è minore la resistenza e più debole la legge, quindi abbiamo Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, laddove sono state sviluppate indagini grazie alla collaborazione che questi Paesi hanno dato”. Così il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, nella conferenza stampa successiva agli arresti che ruotano tutti attorno alla batteria mafiosa dei Sinesi-Francavilla di Foggia. “L’Europa – ha detto il procuratore – deve stare tranquilla e serena sul monitoraggio che viene sviluppato non solo dalle procure distrettuali ma anche delle forze di polizia, con arresti e sequestri all’ordine del giorno”.
“Ancora una volta funzionari pubblici, quindi soggetti corrotti, anziché sviluppare quei compiti di controllo e vigilanza per i quali avrebbero dovuto ricoprire l’ufficio dell’ispettorato, hanno invece essi stessi dato sostegno per la consumazione delle frodi comunitari”, ha aggiunto il procuratore. L’inchiesta ha accertato, infatti, il coinvolgimento di alcuni funzionari della Regione Puglia e dell’Ufficio provinciale Agricoltura di Foggia con “l’infiltrazione della società foggiana – ha spiegato Cafiero de Raho – nell’ambito delle erogazioni dei finanziamenti europei per l’agricoltura”, accertando frodi per oltre 13,5 milioni di euro”.