Annunci sul web per procacciare clienti alla propria fidanzata, costretta a prostituirsi: un’attività che, per diversi mesi, ha gestito anche con la collaborazione di altre persone. Per questo i carabinieri di Bari, nella mattinata di oggi, hanno arrestato un ragazzo di 25 anni e altre tre persone per “induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ai danni di persona tossicodipendente”. Una quinta persona, invece, è finita in manette per “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti”.
“Le indagini – si legge in una nota della Procura – hanno preso il via dalla denuncia di scomparsa presentata dalla madre di una studentessa, poco più che ventenne, che aveva raccontato ai carabinieri di temere per l’incolumità della figlia e di essere preoccupata del fatto che potesse essere stata costretta a prostituirsi da persone poco raccomandabili con cui si accompagnava”. Era il mese di novembre dello scorso anno. Il giorno successivo, però, le ricerche erano state sciolte, perché la figlia si era messa in contatto con la madre, rassicurandola che andava tutto bene.
La preoccupazione della madre, però, trovava conferma qualche settimana dopo, a dicembre, quando i carabinieri, nei pressi della stazione ferroviaria di Bari e a bordo di un’auto in sosta, avevano sorpreso la ragazza in compagnia di un giovane. Quest’ultimo riferiva di averla incontrata dopo aver risposto a un annuncio di incontri pubblicato su una piattaforma web e che, per potersi appartare con lei per un’ora e mezza, aveva pagato la somma di 120 euro a un uomo.
Dalle indagini, quindi, è emerso che il 25enne arrestato, approfittando dei sentimenti che la giovane provava nei suoi confronti, l’avrebbe ridotta in uno stato di assoggettamento e, convivendo con lei, l’avrebbe indotta a prostituirsi in varie località del Barese, del Brindisino e della Bat. Il giovane, che gestiva personalmente i guadagni dell’attività di prostituzione, utilizzava il denaro per le proprie esigenze di tossicodipendente, lasciando la ragazza, anche lei con problemi di droga, priva di cibo, tanto da spingerla a ulteriori prestazioni per potersi garantire da mangiare e inducendola a prostituirsi anche a notte fonda. Una situazione andata avanti per mesi, anche quando si è scoperto che la giovane era rimasta incinta.
A vivere dello sfruttamento della prostituzione della studentessa non era solo il “suo ragazzo”, ma altri due giovani di 33 e 22 anni, anche loro finiti in carcere. Questi, convivendo di fatto con la coppia nel periodo delle indagini, avrebbero partecipato a curare gli annunci online e a rispondere alle chiamate dei clienti, gestendo anche loro i guadagni dell’attività. Ai domiciliari, per favoreggiamento della prostituzione, è invece finito un 61enne, gestore e proprietario di fatto di un B&B a Bari, il quale, come è emerso dagli accertamenti dei carabinieri, avrebbe tollerato abitualmente, all’interno della sua struttura ricettiva, la presenza di persone che esercitavano la prostituzione, istituendo un tariffario ad hoc per l’utilizzo ad ore delle stanze disponibili.
Al B&B, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha disposto il sequestro, nella mattina di oggi i militari hanno apposto i sigilli. La stessa misura cautelare è stata inoltre notificata in carcere ad un 39enne, gravato da numerosi precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, il quale avrebbe ceduto a uno degli indagati un quantitativo imprecisato di droga per un corrispettivo di 150 euro. La sua figura è emersa quando la coppia si è dovuta allontanare dalla struttura ricettiva per un debito di droga di 150 euro.