Inaugurata la mostra “Saltando Respiro. Fotografia fuori e dentro il Carcere” con scatti di Daniele Notaristefano e a cura di Claudia Attimonelli. La serie di immagini esposte sono il frutto di un anno di attività e ricerca del gruppo di lavoro coordinato dal Ignazio Grattagliano (Delegato Uniba del Magnifico Rettore per le azioni progettuali con le amministrazioni penitenziarie) in sinergia con la direttrice del Carcere di Bari, Valeria Piré, i quali hanno reso possibile l’ingresso in carcere del fotografo Notaristefano e della professoressa Attimonelli per la realizzazione delle fotografie con un gruppo di detenuti a cui sono anche state affidate delle macchine fotografiche.
La mostra, della durata di un mese, intende rappresentare e presentare alla città un’insolita immagine dei detenuti: sin dal titolo si evoca il movimento di un salto catartico, posizione in cui sono stati ritratti molti di loro durante lo shooting avvenuto in più sessioni di una giornata, preceduta da incontri preliminari per riflettere insieme sulle tematiche che avrebbero nutrito l’immaginario delle persone coinvolte. Il sogno, i desideri, l’altrove, gli spazi chiusi, il cielo aperto hanno generato una rara serie di ritratti in cui il volto, anche con gli occhi serrati, sembra poter attraversare la pelle della fotografia per avventurarsi altrove.
“Una mostra di questo tipo ha una forte valenza partecipativa di arte relazionale, dove non è tanto il messaggio veicolato dalle immagini ad essere importante, quanto il gesto fotografico in sé – ha commentato la curatrice Claudia Attimonelli – affidare la macchina fotografica a un gruppo di detenuti ed esporre i loro scatti con il loro punto di vista sulla vita detentiva, insieme a quelli del fotografo Notaristefano, scardina l’ordine del discorso, restituisce umanità ai reclusi e li mette al centro di un processo di autodeterminazione, impone di ripensare i valori dell’esistenza”.
Il fotografo Daniele Notaristefano ha così descritto la sua esperienza: “Lavorare con i detenuti è stato doloroso ma arricchente, portandomi a rappresentare il loro immaginario come un anaglifo tridimensionale: detenzione, immaginario, altrove. Grazie all’Università di Bari e ai suoi docenti, spero di continuare questa ricerca in nuovi contesti come ad esempio le sezioni femminili e la massima sicurezza”.
La mostra, a Ingresso libero, è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 21, il sabato, dalle 8 alle 18, e la domenica dalle 9 alle 17.
I luoghi concessi per gli scatti all’interno del braccio maschile sono stati tre: il cortile, la biblioteca e un corridoio, a cui si aggiungono immagini spettrali del reparto femminile inutilizzato da anni. La curatela dell’esposizione rispecchia i criteri dell’allestimento site specific che ha richiesto la necessità di adattarsi all’architettura razionalista con tratti futuristi dell’Ex Palazzo delle Poste, occupando 5 delle navate della balconata superiore che precedono la cupola con fotografie pendenti dall’alto, mentre, in basso, nella sala circolare sono esposte lungo le 3 pareti esterne di una “cella” gli scatti ad opera di Notaristefano accanto a quelli realizzati dai detenuti, che continuano all’interno di questo ambiente ricreato per ospitare dettagli che rappresentano la quotidianità del carcere.
L’effetto immersivo è dato non solo dallo spazio riprodotto all’interno delle tre pareti arredate da immagini ma soprattutto dalla prospettiva dello sguardo verso l’alto, sprigionata dalle fotografie e dai selfie scattati dai detenuti. Notaristefano ha scelto per molti scatti trasparenze e sovrapposizioni che colgono i soggetti nella complessità di un movimento come accade con gli anaglifi, le immagini tridimensionali viste da occhiali preposti, da cui il rinvio al colore azzurrino e rosso delle sagome, con lo scopo di ampliare l’immaginario dato da un singolo scatto lasciando intendere la molteplicità di sensi che esso contiene.