Protagonista dell’ultima puntata del nostro format ‘A Tutto Campo’, queste le parole dell’attaccante biancorosso.
ARRIVO IN ITALIA: “Con la mia famiglia siamo arrivati in Italia dal Marocco quando avevo solo un anno. Mi sento italiano a tutti gli effetti, ho fatto tutto il percorso scolastico qui fino al diploma. Parlo italiano e arabo”.
FAMIGLIA: “Ho un bellissimo rapporto sia con mio padre che con mio zio, loro mi hanno trasmesso la passione per il calcio e ci confrontiamo spesso. Ci sentiamo telefonicamente dopo ogni partita perché sono rimasti a Cutro, il mio paese natale in Calabria. Loro mi hanno spinto a intraprendere questa carriera, io a 7 anni volevo mollare. Non ci credevo molto. Ho anche giocato in alcuni tornei locali con loro. Con mio padre ci becchiamo e scherziamo sempre anche perché io tifo Milan e lui Inter. Mia madre ha sempre un atteggiamento molto protettivo nei confronti, ha sempre paura che possa farmi male in campo e quando sono andato via di casa non l’ha presa benissimo. Mio zio, invece, sottolinea sempre i miei errori e mi dice in cosa migliorare quando ci sentiamo”.
CHE RAGAZZO E’ ACHIK: “Sono un ragazzo tranquillo, nel tempo libero faccio cose semplici come divertirmi con gli amici di sempre. Sono come fratelli per me. Per fortuna uno di loro vive a Manfredonia e possiamo vederci più spesso. La mattina della gara con la Feralpisalò mi chiamò per dirmi che aveva sognato un mio gol e così è stato alla fine”.
SOGNO NEL CASSETTO: “Sicuramente arrivare in Serie A e vestire la maglia della Nazionale, è anche il sogno della mia famiglia”.
NUMERI DIMAGLIA PREFERITI E IDOLI: “Di solito, se sono liberi, scelgo l’11, il 10 o il 7. Il mio calciatore preferito è Neymar. Da piccolo guardavo tutti i video con le sue giocate”.
PRIMO GOL IN SERIE B E CON IL BARI: “E’ stata un’emozione indescrivibile. Stavo passando un momento un po’ difficile e ci voleva questa gioia. Il gol ti aiuta e ti cambia la vita. Dorval? E’ come un fratello per me, siamo amici fin dai tempi di Cerignola”.