“Vogliamo la coppa” è il grido della Virtus Palese, squadra di calcio militante nel girone A di Promozione pugliese. La società barese chiede giustizia dopo il pronunciamento della Procura Federale della FIGC che ha inflitto 18 punti di penalizzazione in classifica e 2500 euro di ammenda, oltre a varie squalifiche, ai danni dell’ASD Rinascita Refugees, squadra salentina di Promozione, a causa di un illecito sportivo dovuto a tesseramenti irregolari tra cui falsi passaporti, avvenuti nelle due scorse stagioni, in cui rimbalza quella 2023-2024 dove i palesini furono sconfitti in finale di Coppa Italia Promozione Puglia proprio dai salentini.
“Noi abbiamo sensibilizzato il presidente Tisci del Comitato Regionale Puglia della Lega Nazionale Dilettanti – racconta a Telebari Angelo Zaccaro, direttore generale della Virtus Palese – il quale porrà un quesito alla Lega. È un’ingiustizia, lo sport dovrebbe essere lo specchio della lealtà, della sportività e di tutti quegli ideali che deve insegnare soprattutto ai giovani. Se un titolo viene tolto a chi ha commesso un illecito, automaticamente deve andare all’altra squadra finalista. Noi siamo arrivati in finale con grandi sacrifici. E ora chiediamo giustizia”.
Le indagini hanno accertato il tesseramento illecito del senegalese Mohamed Habib Daf e del camerunese Denis Florian Mbappè Njanga, entrambi attualmente al Trepuzzi, ma negli scorsi anni militanti nella Rinascita Refugees sotto le false identità di Abdoulie Kassama e Suwaibou Marong. Il club salentino aveva formato un gruppo composto principalmente da rifugiati e migranti provenienti dall’Africa, che cercavano in Italia una specie di riscatto anche attraverso lo sport.
“Noi rispettiamo tutte le regole – continua Zaccaro – e abbiamo tesserato ragazzi extracomunitari seguendo un iter preciso. Loro, invece, che sono passati agli occhi dell’opinione pubblica come una squadra formata da extracomunitari rifugiati, sono stati poi scoperti per aver commesso un illecito, utilizzando un escamotage. Noi abbiamo giovani calciatori, a partire dai cinque anni d’età, a cui cerchiamo d’insegnare la sportività, e poi ci ritroviamo in queste situazioni create da gente adulta”.
Una sconfitta pensante da digerire per il team di Palese, alla luce degli ultimi spiacevoli eventi. “All’epoca accettammo la sconfitta in finale — conclude il dg Zaccaro — ma la gara si è rivelata non regolare. I risultati non si ottengono barando. Adesso il trofeo ci spetta di diritto. Non è una richiesta utopistica, ma legittima. Siamo fiduciosi nella giustizia sportiva”.