Abiti che regolano la temperatura corporea, guanti aptici per lavorare a distanza di migliaia di chilometri e mani robotiche a basso costo. È il progetto “RoboFluid” con il quale Vito Cacucciolo, ingegnere meccanico e ricercatore del Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Politecnico di Bari, ha vinto il premio “ERC Starting grant 2023” del valore di 1,5 milioni di euro, stanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca. Il premio sostiene giovani eccellenze nello studio e nella carriera e Cacucciolo è l’unico pugliese ad averlo vinto quest’anno.
Il giovane ricercatore di Triggiano vanta un curriculum d’eccellenza nel campo della robotica per i suoi studi sui muscoli fluidici e per l’invenzione delle così dette fiber pumps, ossia muscoli artificiali indossabili e azionati da fluidi. Il progetto “RoboFluid”, infatti, ha come obiettivo la creazione di una nuova categoria di robot indossabili che utilizzano la circolazione di speciali fluidi per supportare e aumentare le capacità psico-fisiche dell’individuo: “Con questo ERC ho in programma di creare un gruppo di ricerca composto da giovani ingegneri di talento e appassionati provenienti sia dal Politecnico di Bari che dall’esterno, per produrre qui a Bari innovazione di frontiera in ricerca scientifica e tecnologie industriali legate alla robotica”, ha dichiarato il giovane ricercatore, il cui progetto era già stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Science, vincendo anche il premio Trebbio della città di Triggiano: “Mi fa estremo piacere aver ricevuto questo premio, soprattutto perché mostra un’estrema sensibilità da parte di cittadini che non sono del settore ingegneristico. Questo per me è un ottimo segno”.
A proposito delle fiber pumps e dei suoi studi, Vito ci spiega: “Da circa dieci anni esiste un ampio filone di ricerca a livello mondiale per lo sviluppo di muscoli artificiali azionati da fluidi pressurizzati, ossia tramite pompe esterne notevolmente ingombranti e pesanti limitandone l’applicabilità pratica”. L’innovazione apportata da Vito Cacucciolo tramite l’invenzione delle fiber pumps e delle precedenti stretchable pumps rendono la circolazione di fluido integrata. Afferma: “Siamo riusciti a sintetizzare tutti i componenti necessari per mettere in azione un fluido in un unico materiale al quale applichiamo un campo elettrico”. Questa innovazione ne permette indossabilità e utilizzo, supportando e aumentando le capacità psico-fisiche dell’individuo. “In questo modo è possibile, per esempio, la loro applicazione all’interno di abiti che regolino la temperatura corporeo – continua Cacucciolo – importantissimo in caso di caldi estremi come quelli che affrontano i vigili del fuoco”.
L’intuizione di Vito Cacucciolo è il frutto di attività di ricerca iniziate sin dal 2017 circa, per la tesi di dottorato all’Università Sant’Anna di Pisa, lavorando sulla robotica ispirata agli animali che si interfaccia con quella umana. Un progetto cominciato proprio nella città di Bari, dove Vito si è laureato al Politecnico in Ingegneria Meccanica, e che lo ha portato in giro per il mondo, dalla New York University, all’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna in Svizzera, sino al MIT di Boston con cui collabora, pur essendo tornato attualmente come docente dove tutto è iniziato, al Politecnico di Bari.
Un cervello “non in fuga”, tornato alla base. Sorride Vito mentre ci racconta un aneddoto: “Molti si chiedevano perché fossi tornato a Bari, pensando fossi folle”. E Vito ci spiega di averlo fatto “per la voglia contribuire allo sviluppo di una città che amo, spesso impoverita dal fatto che in tanti vanno via cercando fortuna altrove e, dopo tante esperienze e risultati ho sentito il bisogno di restituire qualcosa al territorio e a far crescere qualcosa qui, insegnando a tanti giovani capaci che cosa è possibile fare con la scienza e l’ingegneria”.
Non a caso, a proposito del progetto RoboFluid e della sua vittoria dichiara “Il mio obiettivo con questo ERC è di creare al Politecnico un laboratorio che ambisca ad essere tra i leader mondiali nella ricerca su materiali intelligenti, robotica soft e indossabile. Il progresso in questi ambiti porterà enormi benefici alla società. Ho in programma di creare un gruppo di ricerca composto da giovani ingegneri di talento e appassionati provenienti sia dal Politecnico che dall’esterno, per produrre qui a Bari innovazione di frontiera in ricerca scientifica e tecnologie industriali legate alla robotica”.