Nell’officina di Mario Scarlino, nella piccola Casarano in provincia di Lecce, il tempo sembra essersi fermato. Meccanico con la passione per la fotografia e il cinema, sin dagli anni Settanta Mario ha cominciato a collezionare materiale recuperato da cinema locali. “La Bottega del cinema è nata proprio così, per caso: la mia officina era diventata un laboratorio in cui raccoglievo proiettori disastrati, moviole e alcuni di quegli strumenti enormi per la produzione di film. Molti li ho restaurati da autodidatta, alcuni li ho voluti lasciare così come erano”.
Materiale da collezione che Mario ha voluto condividere con le vecchie e le nuove generazioni, organizzando mostre, laboratori e proiezioni di vecchi film a Casarano e in giro per la Puglia – tra le ultime, quella a Gemini in un cinema parrocchiale – e tutto lo stivale, come l’iniziativa incentrata su Pierpaolo Pasolini a Monza. “L’idea era di far rivivere alle vecchie generazioni e mostrare alle nuove leve come funzionava prima un cinema, com’era andare a vedere un film”. Tuttora, infatti, Mario proietta occasionalmente pellicole di 35 mm: tra gli ultimi, un cineforum di film che comprendeva gli originali “La stanza del figlio” di Nanni Moretti (2001) e “Azzurro”, film drammatico di Paolo Villaggio.
Dall’essere un progetto nato spontaneamente, ormai da più di dieci anni Mario Scarlino porta avanti “La bottega del cinema” e sembra anche riscontrare un grande interesse tra i visitatori grandi e piccoli. “L’anno scorso abbiamo aiutato un ragazzo di terza media a scrivere la sua tesina sulla storia del cinema – ci racconta Mario – mentre durante il periodo della pandemia abbiamo omaggiato Cecilia Mangini, una delle prime fotografe documentariste italiane, con uno studio accademico, sino a girare un trailer e un cortometraggio nella stessa officina. E addirittura molti anni fa sono stato persino interpellato da un signore che doveva scrivere un intervento accademico su una moviola Intercine che posseggo, di cui non riusciva a trovava notizie”.
Mario è una fucina di idee, una mente curiosa stimolata dalle reazioni stupite di chi si reca in Bottega, soprattutto i più piccini. “I bambini mi fanno sorridere: per loro è un mondo nuovo, diverso, e guardano tutto con un’espressione bizzarra, stranita e meravigliata allo stesso tempo”, dice Mario. “Per loro, per esempio, ho da poco terminato di adibire a cinema mobile un vecchio Ducato del ’93, un modello dimostrativo ma del tutto funzionante, con 4 poltroncine e un proiettore ZEISS TK 35 mm, addobbato con tende. Ma sono attratti soprattutto da alcune bici che ho riprodotto: una per mostrare com’era fino agli anni ’60 il mestiere del fotografo, costretto ad andare in giro con le macchine a soffietto per fare le foto; un’altra traina un teatrino dei burattini; e ancora un’ultima per il trasporto delle pellicole che venivano scambiate durante i vari tempi del film”. Il progetto finale? Mario ci svela che il suo sogno è creare un museo, ma al momento non riesce a trovare riscontri da nessun Comune. Ma noi siamo sicuri che, con la sua grande passione, ci riuscirà.