Non chiamatela sfida e nemmeno eccezionalità. Perché la storia di Elias Carrino è quella di un ventenne autistico che ha sempre amato guardare i film e il suo desiderio era quello di lavorare all’interno di un cinema. Anzi, del cinema Galleria di Bari, per essere precisi. Così il padre Gigi ha inviato la candidatura per il figlio e ora da sei mesi fa l’addetto di sala con dedizione, serietà e sempre con il sorriso. “Per me lavorare qui significa tutto. – racconta Elias a Telebari – È bello vedere le persone che amano il cinema come me, e per me è una grande responsabilità questo lavoro perché bisogna stare attenti a quello che serve e se c’è qualcosa che non va, anche durante la proiezione del film”.
“Il tutto è nato da un’email della famiglia di Elias, in cui dicevano che il suo grande sogno era quello di lavorare al Galleria e questa cosa mi ha colpito. – spiega Francesco Santalucia, gestore del multicinema – La scelta di farlo lavorare è stata fantastica perché Elias è di una precisione incredibile, e ha una cura invidiabile del cliente, sempre con il sorriso e con grandissimo entusiasmo”. Elias e il Galleria sono dunque l’esempio concreto che le differenze non esistono e che va abbattuto il muro del pregiudizio. “Purtroppo il preconcetto c’è – dice Santalucia – ma l’esperienza e il lavoro sul campo hanno dimostrato che è una scelta che si deve assolutamente fare”. Ed è proprio l’entusiasmo di Elias che spiega più di ogni altra cosa quanto il lavoro restituisce dignità a tutti. “Chiunque può lavorare, senza differenze. – conclude Elias – E poi anche per la mia vita personale questo lavoro mi aiuta ad essere migliore. E lo faccio aiutando e dando il mio contributo qui dentro. E poi il lavoro è una cosa seria”.