In dieci anni diventerà un grande ‘condizionatore’ per il quartiere, capace di abbattere la temperatura di due gradi nelle torride sere d’estate. Agli occhi più curiosi non sono sfuggiti i piccoli alberelli a una manciata di passi dalla tangenziale, una distesa di verde che diventerà il futuro bosco urbano tra Carbonara e Poggiofranco. In via Carlo Alberto Dalla Chiesa sta nascendo un angolo di foresta in città, rigorosamente nel segno della natura mediterranea. Il progetto è dell’Università di Bari, che con il suo dipartimento di eccellenza di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti, ha intercettato i finanziamenti della fondazione Alberitalia (che vede tra i suoi attivisti anche l’archistar Stefano Boeri) e investito fondi propri.
L’idea porta la firma dei prof Giovanni Sanesi, che insegna Selvicoltura, e Maria Letizia Gargano, docente di Botanica. “Abbiamo ottenuto il terreno in concessione dal Comune di Bari – spiega il professore Sanesi – Si tratta di un ettaro che era incolto, in cui sono stati messi a dimora 1400 alberi e moltissimi arbusti. Attualmente sono alti 20/30 centimetri, ma nei prossimi anni sono destinati a creare un bosco urbano importantissimo per il quartiere”. L’impianto forestale è di tipo mediterraneo, in grado di fiorire e crescere nelle condizioni di clima delle nostre latitudini, assorbendo CO2 e mantenendo un’azione depurante nei confronti degli agenti inquinanti presenti nell’area. “Non abbiamo posizionato gli alberi con una forma geometrica, ma abbiamo seguito le linee di curva, a creare un’onda come succede in natura – dice ancora Sanesi – Lo scorso inverno abbiamo piantato, ora stiamo assistendo alla crescita degli esemplari garantendo irrigazione e lavorazione del terreno. Abbiamo anche sistemato i pini che circondano il terreno”.
Leccio, carrubo, bagolaro, lentisco e altre specie mediterranee: il nuovo bosco è al centro del progetto di ricerca del Dipartimento, ma tra una decina d’anni diventerà un vero e proprio angolo di foresta per la città. “Nei primi 5 anni l’accesso sarà contingentato perché le piante sono piccole e vanno tutelate – racconta il prof Sanesi – ma organizzeremo attività anche per studiare la relazione dei cittadini con un bosco così giovane e l’impatto dello stesso sul quartiere”. Poi l’area sarà resa fruibile in serenità. “Sin da subito, però, fungerà da filtro rispetto alla tangenziale – assicura – e restituirà ai residenti un’immagine di relax, di serenità. Sarà un grande condizionatore per il quartiere, che immetterà umidità e farà diminuire l’energia termica. Si pensi che, grazie all’ombreggiamento, in dieci anni registreremo un abbattimento della temperatura di 2 o 3 gradi nelle notti d’estate”.
Il progetto ha intercettato i fondi del programma di forestazione urbana ‘Parco Italia’, che prevede la messa a dimora dei primi 70.000 alberi e arbusti entro la fine del 2024 in tutto il Paese. Anche l’Università ha contribuito con un suo tesoretto e il Comune con la concessione.