Il piede pedala, la ruota gira nel forno per rendere la cottura uniforme, muovendosi spicchio dopo spicchio. “Siamo gli ultimi a Bari: pane, focaccia, taralli, e accogliamo anche le teglie delle persone, dalla pasta ai peperoni”, sorride Nicola Violante, 72 anni, da quando ne aveva nove impegnato con le mani in pasta e alla vendita nel cuore di Bari vecchia.
Da tre generazioni il panificio Santa Teresa della città vecchia rifornisce i residenti ed è ormai attrazione turistica del borgo antico. “Siamo qui dal 1948, siamo l’ultimo forno rotativo della città – racconta Nicola Violante, il titolare – Prima c’era un forno a ruota a Japigia e un altro in via Ettore Fieramosca, poi entrambi hanno chiuso e siamo rimasti solo noi”.
Il forno a ruota (realizzato dall’azienda genovese fondata da Gay) nasce a legna e ora è alimentato a gas. “Prima delle 4 del mattino si prepara il pane – spiega Violante – Solo farina, lievito, acqua e sale: niente di chimico, cottura uniforme e sapore unico”.