“Nel 1972 l’azienda contava 650 dipendenti, moltissime donne. Quasi tutte, in realtà. Ricordo la festa per il ventennale, nel 1992. Oggi, quando ci penso, mi viene da piangere”. Inizia così il racconto di Vincenzo Di Terlizzi, 60 anni, storico lavoratore della Baritech, la ex Osram, oggi a rischio disoccupazione insieme a 137 colleghi.
“Il mio ingresso in quella che era la Osram risale al 1990, ben 32 anni fa – spiega -. Ricordo il mio primo giorno di lavoro, avevo alle spalle altre esperienze, ma in una realtà produttiva tra le più apprezzate del mondo, una multinazionale, potevi entrare solo in punta di piedi. Ero emozionatissimo. L’atmosfera era meravigliosa. Col tempo, tanti colleghi sono diventati amici veri. Giovani uomini e donne che si sono conosciuti in fabbrica poi si sono fidanzati e sposati. Mettendo su famiglia anche grazie alle basi solide di un lavoro sicuro. Immagini ormai sbiadite nella memoria che si schiantano contro una realtà, quella di oggi, davvero molto triste”.
Sono tanti i ricordi che affiorano nella mente di Vincenzo, per molti anni addetto al controllo della produzione e nell’ultimo lustro anche presidente del cral aziendale. “Quando producevamo lampadine, mi occupavo del controllo finale – spiega -. Sorrido pensando ai legami costruiti grazie agli infiniti turni di notte, alle tante situazioni divertenti capitate negli anni. Come circolo ricreativo abbiamo organizzato gite e feste. Ricordo un open day del 2019, un veglione di Natale, con tanti bambini e perfino un mago. Il solo pensiero, mi inorgoglisce e mi commuove. Mai nessuno avrebbe pensato che nel giro di due o tre anni ci saremmo ritrovati in questa situazione”.
In piena pandemia la riconversione dei capannoni in centri di produzione di mascherine aveva dato ai lavoratori un barlume di speranza. “Filtri per le mascherine e mascherine Ffp2 – specifica Vincenzo -. L’accordo prevedeva due anni di contratto, ma dopo un anno ci hanno stoppato. In due mesi ci è crollato il mondo addosso. Tanti di noi hanno un mutuo da pagare, molti sono monoreddito, hanno compagne e figli piccoli. Il futuro è diventato improvvisamente un’incognita. Io ringrazio mia moglie Carmela, che mi è sempre stata accanto in questo momento difficile, ed il fatto che mio figlio, a 25 anni, abbia già un lavoro. Seppure lontano da casa, a Trento”.
Per Vincenzo il traguardo della pensione è lontano ancora quattro o cinque anni. “E se dovesse davvero chiudere la Baritech? Alla mia età non mi prenderebbe più nessuno – commenta, amaro -. Un 60enne ormai è tagliato fuori dal mercato del lavoro. In tanti sono nella mia stessa condizione. Aspettiamo che il Mise ci chiami, che ci dica qualcosa sul nostro destino. E confidiamo in Leo Caroli, presidente della task force regionale lavoro. La settimana prossima ci hanno detto che due imprenditori visiteranno lo stabilimento perché intenzionati ad acquisirlo, prendendo in dote anche noi: 138 persone che non vedono l’ora di riprendere a lavorare. Incrociamo le dita e speriamo che non sia del tutto finita”.