Vi è mai capitato di dovervi mettere un busto? Spero vivamente di no, però nella vita sono cose che succedono. I metodi tradizionali per realizzare un busto sono lunghi e laboriosi: calchi in gesso, misure, modellazioni artigianali. Poi i busti non sono neanche belli e spesso ce li si toglie appena si può. Partendo da questi problemi Francesco Ciriello, Giuseppe Bruno e Alessia Leoncini hanno lanciato “Ortopedia 3D”, il loro progetto di stampa 3D di protesi e corsetti ortopedici.
“Il processo digitale parte dalla scansione 3D del paziente, dopodiché parte la modellazione delle correzioni ortopediche da fare. Qui si apre un mondo di nuove e infinite possibilità nel campo medico perché anziché lavorare sui blocchi di gesso l’ortopedico può lavorare con i software dedicati e provare varie soluzioni. Poi naturalmente curiamo il design del busto. Può essere con diverse decorazioni e colori a seconda delle richieste, in modo tale che i pazienti li accettino di più e li portino più a lungo, curandosi meglio. È un processo con notevoli vantaggi rispetto al metodo tradizionale, sia dal punto di vista medico che economico”.
A parlaci è Francesco Ciriello, classe 1994, tra i fondatori di Ortopedia 3D e vincitore dell’iniziativa di finanziamento per progetti innovativi “PIN” della Regione Puglia.
“Da quando mi sono iscritto al corso di Architettura ho iniziato a interessarmi di progettazione 3D, poi un giorno mi sono imbattuto casualmente in una stampante 3D. Era un modello davvero base, costruita in casa di un amico, ma comunque ne sono rimasto folgorato. Ho subito colto il potenziale di questa macchina che mi permetteva di costruire qualsiasi cosa immaginassi. Con i primi risparmi ho comprato un kit per assemblarne una anche io e da allora ho cominciato a lavorare in università stampando i plastici per i miei colleghi architetti e ingeneri. È così che ho cominciato a prendere la mano con stampe sempre più complicate”.
E l’idea di utilizzare questo strumento per protesi e corsetti ortopedici quando è nata?
“Al secondo anno di università vado dall’ortopedico Lelio Leoncini per un problema alla schiena e parlando del più e del meno scopro che anche lui è appassionato di stampanti in 3D. A un certo punto mi mostra un busto stampato in 3D e io non ci potevo credere! Era solo un prototipo, ma da allora io e Lelio abbiamo continuato a lavorare insieme a diversi progetti. È lì che ho capito che avevo gli strumenti per fare qualcosa che andasse oltre i plastici universitari, potevo fare qualcosa per curare le persone”.
Ma a un certo punto questa passione è diventata una vera e propria start up, come avete fatto?
“Ci siamo costituiti per partecipare al bando PIN sei mesi fa, ma in realtà lavoriamo a questo progetto da anni. Per me è stato necessario studiare anche l’ortopedia e la modellazione a livello molto più avanzato, non è una cosa successa in pochi giorni. Nel tempo abbiamo partecipato anche ad altre iniziative come StartCup Puglia e Digithon Puglia raggiungendo traguardi importanti. Certo quando una passione diventa una professione è un’arma a doppio taglio: si viene coinvolti veramente tanto in quello che si fa”.
La vostra startup sta già raggiungendo risultati importanti. Me ne parli?
“Attualmente abbiamo diverse commesse per officine ortopediche in Grecia. Loro sul posto si occupano di scansionare i pazienti e noi produciamo il corsetto ortopedico su misura e lo spediamo. L’obiettivo a cui stiamo lavorando però è quello di creare kit pronti da vendere presso le varie officine ortopediche, così che ognuna possa diventare autonoma nella scansione e nella stampa dei manufatti”.
La vostra è una storia che dà tanta speranza e fiducia a chi crede che si possa fare impresa in questo territorio. Che consigli daresti a un ragazzo o ad una ragazza che vuole restare in Puglia a fare impresa?
“Io mi sento molto fortunato ad essere qui in Puglia. Credo sia la regione italiana che da più finanziamenti per le start up e per l’innovazione ed è giusto così. Purtroppo abbiamo un gap da colmare con altre regioni d’Italia dove è tutto più semplice anche solo dal punto di vista logistico. Il consiglio che mi sento di dare è di studiare tantissimo prima di avviare una startup e di approfittare delle tante occasioni che la nostra regione offre. Se un’idea è valida e veramente innovativa state tranquilli che sarà valorizzata”.