Un rarissimo polo di potere ha retto Conversano nei secoli. Assieme al Conte ed al Vescovo, una terza figura ha imperato per secoli sulla città e, per giunta, era di sesso femminile. Si tratta della Badessa Mitrata, carica che permetteva alla reggente del complesso monastico di San Benedetto di detenere poteri equivalenti (se non superiori) a quelli del Vescovo.
Per quasi 600 anni le donne hanno ricoperto un eminente ruolo sul suolo di Conversano e dei paesi vicini.
La storia narra che il Monastero di San Benedetto fosse retto originariamente da frati benedettini ma, qualcosa cambia nel 1266. Dalla Grecia, in fuga dalla furia iconoclasta, giunse a Conversano una donna: Dameta (gli storici le daranno il cognome Paleologo).
Con l’arrivo di questa donna di Chiesa partì una lunga dinastia di Badesse Mitrate, portatrici delle insegne vescovili (mitra e pastorale), indipendenti dal vescovo di Conversano e rispondenti unicamente al Papa in persona.
Al Convento di San Benedetto fu affidata la cura delle anime anche della vicina Castellana i cui preti dovevano recarsi a Conversano per un rito fortemente simbolico e, fino a quel momento, esclusiva maschile: il baciamano.
All’elezione di una nuova badessa (generalmente in carica per tre anni), il clero maschile doveva recarsi presso il convento conversanese per baciare pubblicamente la mano coperta da un guanto della nuova mitrata, quale giuramento di fedeltà al trono badessale.
Questa caratteristica, pressoché unica nella cristianità occidentale, fece meritare al Monastero di San Benedetto il termine “Monstrum Apuliae” (stupore di Puglia).
La situazione incise profondamente sulle ambizioni sociali delle famiglie nobili di Conversano. Come è noto, generalmente i primogeniti delle famiglie feudali ereditavano la terra, i cadetti potevano prendere le armi o i voti mentre alle figlie femmine toccavano spesso matrimoni d’interesse. A Conversano la scelta non fu più così ovvia.
Tra le ambizioni delle genti nobili si fece strada la volontà di vantare una Badessa Mitrata in famiglia. Sin dalla tenera età le bambine venivano fatte giocare con crocifissi e immagini di santi per poter inculcare la fede in ottica di una futura elezione. Questo fenomeno era chiaramente usuale nel mondo cristiano ma la cosa assunse un altro significato considerando l’enorme potere che comportava reggere il Monastero di San Benedetto.
Le Badesse accumularono così tanto potere da riuscire ad aggiornare il romanico originario della chiesa con lo sfarzoso barocco, a riempire gli ambienti con importanti opere d’arte di pregevole fattura e a costruire un imponente campanile che ancora oggi svetta sui cieli di Conversano.
Altra prova dell’immenso potere badessa è la vicenda che interessa proprio questo campanile. Anche ad uno sguardo fugace risulta evidente come la torre campanaria di San Benedetto sia effettivamente più alta di quello della Cattedrale. Non si tratta di una casualità ma il risultato di un braccio di ferro con il Vescovo.
La costruzione del campanile della Cattedrale di Conversano fu interrotta con un atto notarile su insistenza proprio della Badessa di Conversano.