Se c’è qualcosa che a Bari manca è proprio l’abitudine di ammirare le stelle a causa dell’inquinamento luminoso. A dispetto di questo, si svolgerà ad Acquaviva delle Fonti il primo corso di fotografia astronomica del Sud Italia, organizzato dal Planetario di Bari, che avrà come docente il pluripremiato Apod (Astronomy Picture Of the Day), Luca Dinoi.
Vive a Martina Franca, nella vita maestro nazionale di tennis, da sempre ha viaggiato per il mondo alla ricerca del cielo più buio da fotografare. Approcciandosi con umiltà e curiosità alle altre culture, perfezionando la propria tecnica nel tempo, Luca Dinoi diventa oggi vincitore di numerosi premi internazionali. Tra i suoi scatti più importanti ci sono: l’M63 Galaxy, la Galassia Sigaro, la Nebulosa Iris, la Nebulosa del Pellicano e la Galassia Vortice situata a 23 milioni di anni luce dalla Terra, considerata una delle galassie più luminose del cielo.
“Oggi posso dirmi soddisfatto – racconta la sua storia Luca Dinoi – perché mi sono occupato del ripristino a livello elettronico dell’osservatorio astronomico di Acquaviva delle Fonti, dove si svolgerà il primo corso nel Sud Italia di astrofotografia, organizzato insieme al Planetario di Bari. Una tecnica basata su una serie di scatti dove si raccoglie più luce possibile, uniti successivamente tramite un programma specifico. Ovviamente questo è solo il principio di un processo più complesso: la preparazione nel poter scattare un determinato soggetto diventa un’arte, la perseveranza di dover far incastrare tanti aspetti è come fare un check-in prima del decollo di un aereo”.
A differenza di molti astrofotografi che iniziano a essere prima astrofili e poi si dedicano alla fotografia, Luca Dinoi nasce direttamente come astrofotografo grazie alla sua passione per l’elettronica e l’astronomia. “Ho sempre cercato di unire la mia passione per l’elettronica alla mia curiosità per l’ignoto – prosegue Dinoi – Quando ero piccolo passavo le notti fuori al balcone a osservare il cielo, così a otto anni mi regalarono il mio primo telescopio, un tre piedi fisso che puntavo sempre alla Luna. In seguito con le costruzioni Lego avevo realizzato un modellino che montavo su questo tre piedi, per cercare di annullare l’asse di rotazione terreste, perché la Luna mi usciva dall’oculare. Da qui mi è nata la passione per l’astronomia unita all’elettronica. Unendo entrambe le passioni sono passato a diventare astrofotografo, adesso mi sto affacciando anche al visuale. Guardare con i miei occhi, mettendo l’occhio nell’oculare ha un fascino indescrivibile”.
Luca Dinoi inoltre abbatte alcuni dei pregiudizi legati a questo tipo di arte fotografica, sostenendo che non ci sono veri e propri limiti e difficoltà. Il corso, infatti, vuole essere un modo per far conoscere questa tecnica poco conosciuta, anche a chi non ha mai avuto vere e proprie esperienze in questo settore. “Molti pensano che la fotografia astronomica debba richiedere per forza una strumentazione costosissima – continua Dinoi – non è proprio così, perché ci sono tanti modi per fare questo tipo di fotografia. Adesso sono abituato a fare foto su galassie lontanissime che hanno bisogno di determinate strumentazioni, però si può iniziare benissimo da una macchina fotografica su tre piedi e un obiettivo; possiamo fare tutti quanti astrofotografia, anche su una galassia come Andromeda”.
Ma l’avventura dell’astrofotografo pluripremiato non finisce qui. “Nella mia vita ho viaggiato tanto, cercando sempre di osservare il cielo più buio e studiare come negli altri posti si approcciano alla fotografia astronomica. Nei miei prossimi viaggi – conclude Dinoi- ho in mente il Tivoli Astro Farm in Namibia e il deserto di Atacama, classificati come i posti più bui al mondo, dove la via lattea crea l’ombra sulla terra. A causa dell’inquinamento luminoso abbiamo perso l’abitudine di guardare il cielo, però non dobbiamo mai dimenticare che ci sono ancora zone del sud meravigliose. Alcuni giorni fa nel Palazzo Santo Spirito di Stigliano, abbiamo ospitato il primo Star Party del Meridione, dove gli astrofili delle Regioni Calabria, Basilicata e Puglia hanno raggiunto questa magica location. La Puglia è piena di posti lontani dall’inquinamento luminoso. A Bari, ad esempio, nell’entroterra, c’è l’area 21, un posto bellissimo dove è possibile ancora ammirare le stelle”.