Tre canali ben distinti: tumore della mammella, tumore della cervice uterina e tumore del colon retto. Sono queste oramai le principali categorie di screening oncologici istituite a livello nazionale e portate avanti anche dalla Asl di Bari. Si tratta di una serie di esami, calibrati in base all’incidenza di queste malattie per età e sesso, che consentono di individuare tempestivamente la presenza di un tumore. La diagnosi tempestiva, infatti, può garantire una altissima possibilità di sopravvivenza, soprattutto in queste linee di intervento previste dai protocolli nazionali.
Nel tumore della mammella il test di screening è la mammografia bilaterale che viene eseguita nelle donne dai 50 ai 69 anni ogni due anni. Alcune novità sono state, invece, introdotte nello screening per il tumore della cervice uterina. Questa indagine è rivolta a tutte le donne dai 25 ai 64 anni con la differenza che, mentre dai 25 ai 30 anni si esegue ancora il paptest ogni 3 anni, dai 31 ai 64 anni si esegue l’HpV DNA test, molto simile per quanto concerne il prelievo, che va ripetuto ogni cinque anni.
Per il colon retto si segue, invece, un esame molto semplice individuato dall’acronimo SOF, e cioè la ricerca di sangue occulto nelle feci. Questo test si esegue sia nelle donne che negli uomini dai 50 ai 69 anni sempre ogni due anni. Come per il precedente i cittadini rientranti nella fascia individuata vengono invitati a effettuare l’esame del sangue occulto nelle feci, che poi viene eseguito attraverso un kit. L’esame è completamente gratuito.
L’adozione di questi protocolli ha molteplici vantaggi sia per l’utenza che per l’organizzazione del servizio. “La donna è abituata ad eseguire una mammografia ogni anno ma questo è assolutamente sbagliato – spiega la dottoressa Sara De Nitto del Dipartimento di Prevenzione della ASL Bari – i test di screening vengono effettuati ad una cadenza temporale che viene fuori da studi sia nazionali che internazionali. Questo intervallo temporale, ad esempio per la mammografia che va eseguita ogni due anni, è assolutamente sufficiente per individuare delle lesioni in maniera precoce. Eseguire esami troppo ravvicinati, oltre che essere uno spreco per il servizio sanitario, non fa altro che esporre il cittadino a dei rischi in più. Ricordiamo infatti che la mammografia è pur sempre un esame radiologico”. Ecco perché non serve rivolgersi al proprio specialista privatamente. Per quanto riguarda questi canali di screening la persona riceverà direttamente l’invito da parte dei centri screening.
Per il tumore della mammella, per restare sull’esempio, sono stati oltre 65mila gli inviti ad eseguire una mammografia partiti nel 2022, pari ad un’estensione che ad oggi ha raggiunto già l’82 per cento della popolazione femminile target. Sono i primi parziali risultati raggiunti dal programma di screening mammografico della ASL Bari rivolto alle donne dai 50 ai 69 anni, una platea che a Bari e provincia assomma a circa 92.500 utenti interessate. Alla base il complesso e certosino lavoro della rete dei 10 Centri dedicati allo Screening mammografico e della segreteria screening. Per le donne alle quali l’invito, per un qualsiasi motivo, non dovesse essere arrivato, è stato inoltre previsto l’accesso diretto attraverso il Numero verde (800 055 955 – attivo dal lunedì al venerdì ore 8.30-12.00, martedì e giovedì ore 15.30-17.30) oppure tramite la mail screeningoncologici@asl.bari.it, senza più la necessità di doversi rivolgere al CUP.