In questi giorni i Comuni si apprestano a liquidare alle famiglie in locazione che hanno fatto domanda, il contributo per il pagamento dei canoni di locazione. Anche il Comune di Bari è pronto: di qualche giorno fa la notizia della pubblicazione della graduatoria definitiva dei soggetti ammessi al contributo 2022-competenza 2021. Una buona notizia certo per i beneficiari.
Quello che molti non sanno però è che – allo stato attuale dei fatti – questa erogazione sarà l’ultima. Il Governo in carica, infatti, ha eliminato lo stanziamento destinato alle famiglie in locazione. Un duro colpo per i nuclei in condizioni di disagio economico. L’ISTAT calcola che il 50% di coloro che abitano una casa in regime di locazione ha difficoltà a pagare l’affitto e i servizi.
“Dopo 25 anni di finanziamenti dall’entrata in vigore della legge 431/98 che istituiva il fondo di sostegno alla locazione – spiega il segretario nazionale del Sunia Nicola Zambetti – il Governo taglia il finanziamento nazionale e non prevede alcun aiuto alternativo per le famiglie “. L’allarme insomma, arriva forte e chiaro. Ad oggi sono circa 3.650 le famiglie a beneficiare del contributo nel solo comune di Bari e i numeri parlano chiaro: la situazione non può che peggiorare.
“Il Governo taglia il fondo di sostegno e la Regione Puglia non è in grado di sostenere con il proprio bilancio la spesa, anzi – continua Zambetti – negli ultimi tre anni ha ridotto il contributo da 15 milioni a 5 e le famiglie vengono sfrattate per morosità. Chi accede al contributo è solitamente un pensionato o lavoratore dipendente con reddito convenzionale annuo inferiore a 15.250 euro. Il fabbisogno comunale è di circa 8 milioni di euro”.
Ed è per questo motivo che il SUNIA terrà nella settimana dal 28 maggio al 4 giugno iniziative di mobilitazione: la richiesta è quella di ripristinare il fondo di sostegno. “Ai consigli comunali e al consiglio regionale – si legge nella nota del sindacato – chiediamo iniziative per sollecitare il Parlamento ad approvare interventi strutturali per aiutare le famiglie a pagare l’affitto con norme continuative e certe. Il Governo non può continuare a pensare che il problema della povertà si risolva da solo: i salari e le pensioni vanno adeguati. Non si può essere poveri pur avendo un lavoro o una pensione”.