Luci soffuse, il pubblico freme e quando riesce a scrutare un grande fiocco nero su capelli azzurri va in visibilio. La chioma turchina non appartiene a nessuna sdolcinata fata delle fiabe ma ad una regina di vita vera, quella del rock italiano: Loredana Bertè. Quella di ieri sera, al Teatro Team di Bari è stata l’attesissima data del Manifesto Tour, sempre stata ‘traballante’ a causa delle condizioni di salute della cantante di Bagnara Calabra. Lo spettacolo è sul palco così come nel parterre, eterogeneo e autoironico. Signore giocano con parrucche azzurre e bandane, generazioni diverse cantano sulle stesse note. Di sfondo un led wall frammentato dove scorrono immagini di icone dell’arte, storie di vita vissuta, vecchi amori. Le standing ovation sono tante, Loredana apprezza. Il pubblico sembra conoscere il bisogno d’affetto dell’artista e, per questo, non lo trattiene.
Tutti cantano sulle note di ‘Pazza’, ultimo successo sanremese, inno all’auto accettazione. Struggente ‘Sei bellissima’ ma è sulle note di ‘Luna’ (pezzo dedicato alla sorella Mimì) che la musica sembra uscire dal teatro e attraversare l’intera città. Grida di rabbia e dolore che fanno fondere le cicatrici della vita della Bertè con quelle dei suoi fan. Perché in fin dei conti: le vite da copertina e le vite di quotidianità, non sono poi così diverse.