“Bari è dei baresi, no al turismo di massa, ma d’elite”. “Questo è il turismo di massa che porta inquinamento, rialzo dei prezzi immondizia”. E ancora: “Non la riconosco più”. Sono solo alcuni dei commenti amari lasciati da alcuni utenti, evidentemente baresi, sotto il nostro ultimo sondaggio sull’altissimo aumento dei turisti stranieri nel capoluogo pugliese, a fronte di un calo di presenze italiane.
Considerazioni amare che si aggiungono alle segnalazioni di chi racconta di non riuscire più a tollerare di doversi mettere in coda fuori dagli storici forni di Bari vecchia, immerso in una ‘Torre di Babele’ di vacanzieri dall’estero, solo per accaparrarsi un pezzo di focaccia. Perché a dire di alcuni barivecchiani doc recarsi in un panificio significherebbe sacrificare mezza giornata: un lusso che un residente non può permettersi. C’è poi chi dice che i costi sono aumentati e che anche un pezzo di quello squisito street food tradizionale, che fa impazzire tutto il mondo, non è più conveniente come prima.
E allora siamo andati nel cuore pulsante della città, proprio a Bari vecchia, per capire se per i vicoli si respira davvero l’insofferenza emersa sui social in merito a quest’invasione di turisti. La risposta? Sembrerebbe di no. Ai barivecchiani incontrati il turista piace, quasi quanto allo straniero piace la focaccia, che a dire di molti non ha subito alcun vertiginoso incremento di prezzo. D’altronde lo dice anche il motto: “a Bari nessuno è straniero”, e lo è ancora meno se è disposto anche a mettersi in fila sotto il sole, con il gran caldo dei mesi estivi, solo per addentare un triangolino di quella tanto bramata “fcazz”.