Ogni cosa torna al suo posto. La serie “Qui non è Hollywood” riprende il titolo originale “Avetrana – Qui non è Hollywood”. L’ha deciso il tribunale di Taranto, che ha revocato il decreto precedentemente emesso e che moncava il titolo del prodotto Disney+, prima ancora della messa in onda. Una mossa che era stata voluta dallo stesso Comune di Avetrana, che si riteneva leso perché la serie “associava Avetrana a una comunità potenzialmente criminogena, retrograda e omertosa”, come sosteneva il sindaco Antonio Iazzi.
Invece non è così, e ora l’ha stabilito il giudice: “Avetrana – Qui non è Hollywood” non offende i cittadini del paese in provincia di Taranto dove nel 2010 si è consumato il delitto di Sarah Scazzi: “La serie si riappropria finalmente di uno dei suoi elementi fondanti – dichiara il regista Pippo Mezzapesa – È, a tutti gli effetti, una restituzione. Per noi autori il titolo non poteva prescindere dal nome del paese in cui i fatti sono avvenuti. Avetrana è parte della storia e protagonista della serie”. Il lavoro, prodotto da Matteo Rovere e Groenlandia e scritto dallo stesso Mezzapesa con Antonella W. Gaeta e Davide Serino, si compone di quattro episodi (il primo in collaborazione con Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni) ed è basato sul libro “Sarah – La ragazza di Avetrana”, scritto da Gazzanni e Piccinni ed edito da Fandango Libri.
In ognuno degli episodi, gli autori hanno adottato il punto di vista di un protagonista della vicenda: Sarah Scazzi (interpretata da Federica Pala), Sabrina Misseri (Giulia Perulli), Michele Misseri (Paolo De Vita), e Cosima Serrano (Vanessa Scalera), e più che la cronaca di quanto accaduto, insiste sui riflessi psicologici dei protagonisti, ma pure dell’intera comunità di Avetrana, che si trovò all’epoca al centro del circo mediatico pronto a fagocitare qualunque cosa, ad accendere le telecamere anche sui dettagli più insignificanti e fuorvianti. A completare il cast Anna Ferzetti (la giornalista Daniela), Giancarlo Commare (Ivano), Geno Diana (Giove) e Antonio Gerardi (maresciallo Persichella), con canzone originale – “La banalità del male” – scritta da Marracash e il produttore Marz.
La serie è stata un successo, ha attraversato le polemiche iniziali – da parte soprattutto di chi non l’aveva vista, prima della messa in onda con titolo modificato – e ha segnato un record: al debutto (il 20 novembre su Disney+ in Emea, e l’11 dicembre su Hulu negli Stati Uniti) è stata la serie di general entertainment più vista su Disney+ in Italia dal lancio della piattaforma nel 2020 (in base alle visualizzazioni dei primi sette giorni di streaming). La decisione del tribunale di Taranto non fa che affermare la bontà dell’operazione, e la necessità di portarla al titolo originale anche per salvaguardare l’integrità del prodotto, e l’intento artistico. “Per l’industria audiovisiva si tratta di una decisione di estrema importanza in quanto riafferma con forza il principio della libertà di espressione artistica quale principio cardine del nostro ordinamento giuridico”, commenta quindi Daniel Frigo, country manager di The Walt Disney Company Italia.
Esprime “rammarico” il sindaco di Avetrana Antonio Iazzi, dopo il provvedimento del tribunale che ristabilisce il titolo originale della serie. La decisione è stata assunta “in carenza, fra l’altro, di elementi probatori, ulteriori rispetto a quelli acquisiti sino all’emissione del provvedimento cautelare, che lo giustificassero – spiega il primo cittadino – Senonché l’esito della lite è stato sostanzialmente rovesciato poiché il giudice ha cambiato idea, affermando, in re melius perpensa (meglio valutata la situazione ndr), l’insussistenza di entrambi i presupposti che, sempre a suo avviso, inizialmente avevano supportato il provvedimento cautelare”. Iazzi precisa poi che “questa palese contraddittorietà, che a parere anche dei legali dell’ente inficia tutto il ragionamento giuridico, ha ingenerato nella collettività avetranese perplessità tali da indirizzare l’amministrazione a non proporre impugnazione al provvedimento, da ultimo per scongiurare ulteriori aggravi di spesa sulle casse della stessa, atteso che il giudice nella prima fase aveva compensato le spese di lite”. Il sindaco poi sottolinea che”spetterà al colosso Disney valutare l’opportunità di ripristinare il nome originario della serie tv con il nome della città che rappresento, il cui prestigio è stato in passato calpestato da una tragedia che il prodotto cinematografico rievoca”. L’auspicio del sindaco è che la produzione “desista da un simile comportamento che rischia di abbattersi nuovamente sulla dignità della mia comunità, che non ha prezzo, e mi auguro che il buon senso possa prevalere sulle logiche del profitto”.