Lo stemma araldico era finito su un sito online di vendita di beni d’arte. Era stato sradicato da un palazzo di Bisceglie – che impreziosiva dal XVIII secolo – per far gola al mercato dell’arte, ed era finito a Trento. I carabinieri, ora, l’hanno riportato alla città cui appartiene: il comandante del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Bari, Giovanni Di Bella, ha consegnato lo stemma alla comunità di Bisceglie, e ora sarà esposto nella sede del Museo diocesano.
Secondo le ricerche effettuate dall’Arma, quello stemma era stato rubato negli anni 70 dalla facciata di un palazzo di via Armando Perotti 28 (già via dell’Arcidiacono), in pieno centro storico. E, seguendo strani percorsi, era approdato su una piattaforma web dedicata all’e-commerce, “crescente metodo a livello internazionale di vendita di beni d’arte”, precisano i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Bari: l’annuncio della vendita lo presentava come uno “stemma araldico in marco bianco di Toscana con insegna nobiliare, attribuito a una importante famiglia fiorentina del Settecento”. L’immagine pubblicata era sovrapponibile a quella riprodotta su una fotografia fornita da un noto ricercatore biscegliese esperto in materia, che già nel 1992 aveva pubblicato, attraverso il periodico d’informazione a diffusione
locale “Il biscegliese”, la notizia del furto di un antico stemma in pietra del XVIII secolo.
Le indagini si sono quindi concentrate sulle asportazioni avvenute negli anni di alcuni antichi stemmi in marmo, sormontanti i portoni di altrettanti palazzi storici nel centro di Bisceglie, e sono state supportate da riscontri documentali, e avvalorate dalle verifiche tecniche effettuate dai funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province Bat e Foggia, oltre che dagli accertamenti svolti alla Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, archivio informatizzato gestito dal Comando carabinieri Tutela patrimonio culturale. È stato così confermato che lo stemma in vendita online era proprio quello sottratto dal palazzo di via Perotti a Bisceglie: era finito nelle disponibilità di un antiquario della provincia di Trento, ed è stato quindi sequestrato e riportato alla città di origine. “Un successo in termini di recupero di preziosi esemplari che narrano la storia dei luoghi e delle famiglie nobiliari del territorio”, fanno sapere i carabinieri. Lo stemma araldico è stato assegnato alla Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di BAT e Foggia, che ha autorizzato la cosegna al Museo diocesano di Bisceglie, dove sarà esposto alla fruzione pubblica, al fianco di altri stemmi appartenenti alla città.