La storica palazzina “Goccia del latte”, in piazza Umberto a Bari, è stata intitolata a Sabina Anemone, prima donna medico pediatra laureata e specializzata all’Ateneo barese, professionista capace e generosa che ha messo la sua esperienza al servizio della cura dei bambini e delle mamme in condizioni di disagio economico e sociale. Sabina Anemone ha precorso i tempi lavorando come medico e sfidando i pregiudizi che al tempo volevano le donne esclusivamente mogli e madri e che, con il suo lavoro, ha contribuito alla crescita della città occupandosi, con grande attenzione, specie dei bambini e delle mamme in condizioni di povertà.
Per queste ragioni l’amministrazione comunale ha scelto di intitolarle il fabbricato noto come “Goccia del latte” (tutelato dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari): non solo per perpetuare la memoria di una donna che ha lasciato un segno tangibile nella storia della comunità locale, ma anche per celebrare il suo coraggio e la sua determinazione. Alla cerimonia ha partecipato il sindaco di Bari, Vito Leccese, e Micaela Paparella, consigliera comunale e metropolitana delegata alla pianificazione territoriale e del paesaggio metropolitano, nonché nipote diretta di Sabina Anemone.
“Ho avuto una nonna speciale che, in tempi in cui sembrava una vera e propria eresia, ha creduto nel ruolo fondamentale delle donne nel mondo del lavoro e soprattutto nel contributo importante che le donne, lavorando, avrebbero potuto dare alla collettività – ha detto Micaela Paparella – Sabina Anemone, mia nonna, è stata una donna impegnata nello studio, nel lavoro e nel volontariato ma, al tempo stesso, una donna vivace, elegante, amante della musica, dell’arte e della vita. Pur avendo scelto un percorso di studi differente dal suo, per corsi e ricorsi storici, ho ricalcato i suoi passi durante il mandato da presidente nell’ex Ospedaletto dei bambini di via Trevisani, oggi sede del Municipio I, dove, durante il periodo bellico, mia nonna ha diretto il reparto infettivi seguendo con amorevole cura i suoi piccoli pazienti”.