“Sono trascorsi ben tre anni da questa mia ennesima denuncia e preoccupazione riguardante il quartiere Sant’Anna di Bari. Purtroppo, ancora oggi, devo riscontrare un silenzio assordante”. Il post su Facebook è dell’ex consigliere comunale Michele Caradonna. Questa mattina un ricordo, nella specifica sezione del social network, gli ha messo sotto il naso un tema più volte dibattuto, nel corso degli anni, a Palazzo di Città. E ha portato in dote, un’amara considerazione.
“Passano gli anni – dice Caradonna – ma la situazione al quartiere Sant’Anna anziché migliorare, peggiora. Nello specifico, l’articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno di tre anni fa faceva riferimento a operazioni di bonifica portate a termine dopo una mia personale denuncia alla ASL. Pochi minuti dopo la pubblicazione del post ho ricevuto un messaggio da parte di un gruppo di residenti uniti in una pagina Facebook. Mi hanno scritto: ‘l’erba ricresce e sta ricrescendo, ma non si tratta solo di erba. C’è una marea di rifiuti nelle aiuole che si è creata con il maltempo delle feste natalizie e non è mai stata tolta. Speriamo di non dover arrivare in queste condizioni al prossimo Natale’. Mi pare evidente che quello che era uno dei problemi, lo sfalcio dell’erba, negli anni si è addirittura aggravato. Senza dimenticare l’illuminazione insufficiente, le strade non ancora asfaltate e la problematica relativa alle prostitute”.
“Tante promesse e molti impegni presi, ma nei fatti nulla è cambiato – prosegue l’ex consigliere Caradonna -. Sono stati dati i nomi a strade impercorribili. Ci sono lavori sulla fogna bianca che devono ancora iniziare. E così c’è molta gente del famoso terzo comparto che, dopo aver investito anche 30 o 40 mila euro, ha preferito perdere quei soldi e andare via. Residenti del secondo comparto che stanno svendendo gli appartamenti in cui abitano. Parliamo di una zona che secondo qualcuno doveva essere fiore all’occhiello della città e che invece, piaccia o no, è diventata – nell’indifferenza generale – un vero e proprio quartiere dormitorio”.