“Adesso non possiamo più stare fermi, bisogna agire”. Inizia così una nota firmata da Nino Armenise, Fabrizio Cippone e Mariangela Catinella “in nome e per conto di quanti vorranno aderire all’iniziativa e sottoscrivere l’appello al sindaco di Bari, Antonio Decaro”. Una forma di protesta, pacifica, organizzata per puntare i riflettori sulla crisi del commercio come conseguenza dell’emergenza coronavirus.
“Oggi 28 aprile alle ore 21, invitiamo tutti i colleghi commercianti e gli artigiani della città ad essere presenti nei loro negozi e nelle loro botteghe con le porte chiuse ma con le insegne illuminate e le vetrine accese – si legge nell’appello diffuso sui social – Il nostro silenzio sarà molto più rumoroso di mille parole. In queste ore, inoltre, è in fase di definizione una lettera aperta al sindaco di Bari: una breve nota, per chiedergli un incontro a brevissimo affinché possa prendere in considerazione il grido di dolore di tanti piccoli commercianti e artigiani ormai allo stremo delle residue forze economiche”.
“Con l’aiuto di un gruppo di nostri consulenti – scrivono i commercianti – stiamo inquadrando la missiva al sindaco nel contesto normativo previsto dall’ultimo DPCM circa la fase 2 dell’emergenza sanitaria e più precisamente la parte che riguarda la riapertura delle attività commerciali e artigianali oltre ai bar, ristoranti, parrucchieri e centri per la cura della persona e degli animali. Dunque non una protesta ma un’iniziativa supportata da nostre proposte, ripetiamo, inquadrate in un contesto normativo, che auspichiamo il sindaco possa accogliere per quanto di sua competenza e portare immediatamente a conoscenza del presidente Conte condividendo e sostenendo le nostre ragioni”.