La Puglia registra consumi di energia pari a 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno, pari al 4,9% dei consumi totali nazionali, producendo 16,2 milioni di tonnellate di co2. In particolare il settore industriale regionale risulta particolarmente “energivoro”, rappresentando il 25,7% dei consumi finali, ben oltre la media nazionale, pari al 21%.
Al primo posto, come nel resto d’Italia, ci sono i trasporti che rappresentano il 34,6%. Questi sono alcuni dei dati dello studio “Energia e competitività in Puglia” a cura del Politecnico di Milano e dello spinoff del Politecnico di Bari ‘Ingenium’, presentati durante il webinar organizzato da Edison col supporto di Confindustria Puglia e in collaborazione con le territoriali Bari e BAT, Brindisi e Foggia.
Dalla ricerca è emerso inoltre che circa il 25,5% dell’energia consumata dall’industria pugliese proviene da combustibili fossili, rispetto al solo 5% registrato a livello nazionale. Sebbene rappresenti solo il 5,9% dei consumi energetici nazionali del comparto, quello pugliese è responsabile del 6,7% delle emissioni di tutto il settore industriale italiano. Si stima che la riduzione dei consumi energetici al 2030 in Puglia sarà del 12% nel settore industriale e dell’11,4% nel settore terziario.
Per il conseguimento di questi obiettivi, saranno necessari nel decennio 2021-2030 investimenti in efficienza energetica di 1,6 miliardi di euro nel settore industriale e 3,9 miliardi nel terziario, che consentiranno risparmi in bolletta oltre ad un taglio nei dieci anni delle emissioni di Co2 di circa 10,7 milioni di tonnellate (pari a quelle emesse da 600 mila auto) nel settore industriale e di oltre 5 milioni in quello terziario (300 mila auto).