“Queste sono le solite aberrazioni che vengono dalla Regione e che già hanno fatto dei guasti enormi. Dietro la Dad si è nascosto di tutto: incapacità, inadempienze, limiti nel problem solving, scelte politiche elefantiache e quindi sono assolutamente contraria, non concederò Dad se non secondo la legge dell’ultimo decreto”. È categorica Tina Gesmundo, dirigente scolastica del liceo Salvemini di Bari, commentando le recenti parole del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla possibilità per le famiglie di chiedere la Dad alle scuole.
Oggi nel liceo barese è assente il 15% di studenti, perché positivi al Covid o in quarantena (circa 50 su 1.100, 3 o 4 ragazzi per ogni classe) e quasi tutti i docenti sono presenti. Solo il 5% degli studenti, inoltre, non è vaccinato. “La scuola deve essere pronta nonostante il virus, perché noi con il virus dobbiamo convivere. I ragazzi vogliono tornare a scuola. Hanno difeso questa scelta anche rispetto ad altri rappresentanti d’istituto di altre scuole di Bari (dove molti studenti hanno scioperato)” dice la dirigente Gesmundo. “Andremo in Dad in alcune classi, siamo già Ddi (didattica digitale integrata, cioè con parte degli studenti in classe e parte a casa) – spiega – ma una cosa è andare sui dati, altra cosa è decidere a tavolino che la scuola non valga niente e che quindi uno schermo possa sostituire la relazione, il metodo e l’affetto”.
Sul tema, ovviamente, si è espresso anche il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso (Lega), in visita al liceo scientifico Salvemini di Bari in occasione della riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia. “La norma parla chiaro – ha detto – si va in Dad o in zona rossa o in territori in cui la situazione epidemiologica sia tale da avere questo atteggiamento cautelare. Qualora la situazione non lo preveda, a differenza dell’anno scorso, questo Governo impugnerà le ordinanze laddove non le ritenga opportune. A me stupiscono le polemiche delle ultime ore, certe prese di posizione. È un periodo in cui non ci si dovrebbe dividere su temi importanti come la scuola”.
Poi il focus su Emiliano. “Io sono un uomo delle istituzioni e non voglio polemizzare con un’altra istituzione, mi limito a non commentare questa presa di posizione ma sinceramente non la condivido – ha detto Sasso -. Ho il massimo rispetto delle paure di tutti i genitori – ha aggiunto – ma se il Comitato tecnico, quindi non il Governo ma la massima autorità che da due anni detta la linea alla politica italiana, ci dice che possono essere aperte le scuole, noi ci atteniamo a quello che ci dice il Cts”.
Intanto, in ogni classe del liceo Salvemini gli studenti hanno redatto report anonimi sullo stato vaccinale, fornendo così indicazioni precise a docenti e dirigenza. “Noi rappresentanti di classe – spiega Francesco, studente del quinto anno – abbiamo chiesto ai ragazzi e abbiamo ricevuto massima collaborazione tanto che in cinque minuti avevano saputo già tutto di tutti, senza dare i nominativi e quindi rispettando la privacy, sulla situazione vaccinale. Credo che la scuola sia in presenza – dice lo studente – l’ho sempre creduto dall’inizio della pandemia. Le preoccupazioni sono assolutamente giustificate, però un conto è essere in zona gialla e quindi limitare e contingentare gli spostamenti anche in orario extra curricolare, altro conto è essere in zona bianca: con un liberi tutti per quanto riguarda uscite, attività sportive, utilizzo di bar, ristoranti e luoghi di ritrovo e poi invece limitare la scuola”.