Per stampare gli ultimi titoli, si raschia il fondo dei magazzini. In calendario ci sono appuntamenti imperdibili, del calibro del Salone di Torino. Le incognite, però, sono tante e la situazione “disastrosa”, come ammette senza mezzi termini il titolare della tipografia “Corpo 16” di Modugno. Manca la carta e, quella che c’è, ha costi che lievitano di ordine in ordine, con pesanti conseguenze sulla programmazione delle uscite di libri (e anche giornali).
Il tema era stato raccontato da Leonardo Palmisano, presidente di Radici future produzioni, che intervenendo nella trasmissione Telebari Social Night aveva lanciato il grido d’allarme (il passaggio nel suo intervento è al minuto 10 della video intervista qui). A confermare le preoccupazioni è Vito Antonio Loprieno, presidente di Edizioni Radici Future, casa editrice pugliese. “Il problema ha radici lontane – spiega Loprieno – perché in Italia c’è una sola cartiera importante in Veneto, la Burgo. Tutte le altre, compreso Fabriano, hanno quote di mercato ridotte”. Si lavora, dunque, in regime quasi di monopolio. L’alternativa è approvvigionarsi dall’estero, con tutte le difficoltà che questo comporta in termini di costi e di logistica, in tempi di pandemia e di crisi internazionali.
Un netto aumento dei costi di produzione è già stato registrato tra settembre e ottobre 2021. “Eravamo arrivati a incrementi del 30 per cento rispetto all’anno precedente – dice Loprieno – Poi da dicembre l’impennata dei costi energetici, che impatta pesantemente su tutta la filiera e soprattutto sulle rotative, ha messo in ginocchio il settore”. Ultimo tassello a comporre un mosaico terribile, la guerra in Ucraina, che contribuisce a rallentare la catena logistica per l’arrivo delle materie prime. “Oggi l’aumento ha raggiunto quota 38, 40 per cento – continua Loprieno – In tanti sono costretti a recuperare i fondi di magazzino, ma certamente termineranno anche quelli”. Cambia la qualità della carta scelta per molte collane, e a pagarne le conseguenze sono in primis i lettori. “Impossibile fare programmazione, soprattutto per le piccole e medie case editrici – insiste Loprieno – perché da un ordine all’altro lievitano le spese e non si riesce a mantenere dei prezzi concordati. Le conseguenze sono molteplici: agli editori tocca valutare la possibilità di alzare il prezzo di copertina o abbassare la qualità delle pubblicazioni, e non è giusto nei confronti dei lettori e delle librerie indipendenti”. A ottobre scorso sono state rimandate molte pubblicazioni previste per dicembre, e stessa sorte potrebbe toccare ai titoli in calendario per la primavera, destinati (anche) al Salone del Libro di Torino. “E’ necessario che intervenga la politica nazionale e regionale – è l’appello – con un’idea di sviluppo del settore, non solo con i ristori”.
La situazione è “disastrosa”, ripete Vito Popolizio, titolare della tipografia Corpo 16. “Soffriamo una carenza generalizzata e difficoltà nel recupero della materia prima per il settore delle arti grafiche – spiega Popolizio – E’ impossibile lavorare con questo aumento dei prezzi incontrollabile, visto che dal momento del preventivo alla conferma dell’ordine, anche se passano solo pochi giorni, il costo lievita del 10, 15 per cento”. L’appello alla politica e alle istituzioni è condiviso. “Con i clienti cerchiamo di venirci incontro dilazionando i pagamenti – conclude Popolizio – ma serve un intervento deciso”.