È una prelibatezza approdata anche alla Camera dei Deputati e rappresenta una delle eccellenze dell’agricoltura pugliese.
Si tratta del fiorone nero “Mingo Tauro”, caratteristico dell’agro terlizzese, giovinazzese e bitontino. A Terlizzi ne vogliono fare un prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta) e qualche anno fa si era costituito un comitato che voleva accelerare l’iter.
Oggi, grazie al Gruppo d’Azione Locale “Nuovo Fior d’Olivi” ed alla perseveranza dell’associazione “Pro Mingo Tauro”, l’argomento è tornato di grande attualità, dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia da Covid-19.
Venerdì 1° luglio la città di Terlizzi ha ospitato dapprima un convegno e poi un vero e proprio Galà del fiorone, durante cui gli esercizi commerciali hanno aperto a degustazioni davvero variegate. Il fiorone “Mingo Tauro” come gelato oppure quale dessert o ancora in abbinamento a primi e secondi piatti.

Questo frutto prelibato, amatissimo dai turisti che in questo periodo dell’anno affollano tutto il Nord Barese, da Ruvo a Giovinazzo, non può restare prodotto di nicchia, sebbene remunerativo per le tante cooperative agricole della zona. La necessità, già palesatasi negli anni scorsi, è quella di una promozione capillare del prodotto ben oltre i confini regionali.
Già da qualche tempo, infatti, i mercati del centro e del Nord Europa sono i più attenti al “nero” di Terlizzi, che nasce da una pianta bifera capace di produrre sia il fiorone tra giugno e luglio, sia successivamente il fico. Una sperimentazione, secondo gli storici locali, dovuti al sindaco ed agricoltore Domenico Tauro che per primo sperimentò questo tipo di coltivazione. Da qui il nome gergale con cui sentirete chiamare quel fiorone nel Nord Barese, vale a dire “Menghtaur”.
Quello della denominazione IGP è un passaggio fondamentale per dare lustro ad un prodotto oggettivamente d’eccellenza, a cui tuttavia è mancata la spinta delle istituzioni nei primi decenni dalla sua scoperta. Oggi è tempo di riscatto per “l’oro nero” di Terlizzi e del suo circondario. IGP vorrebbe dire certificazione di garanzia a tutela dei consumatori e degli stessi produttori. In tanti nel distretto agricolo del Nord barese sperano in una accelerazione decisiva.