“I bambini erano soliti giocare davanti il podere senza mai allontanarsi. Non riusciamo a spiegarci questa tragedia”. Lo hanno raccontato alcuni famigliari dei due bambini, di origine romena, di sei e sette anni, annegati ieri in un vascone di irrigazione, nelle campagne di Manfredonia (Foggia). La famiglia di Stefan e Daniel ha altre due figlie minorenni.
Sulla tragedia è intervenuto anche padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. “Serve per i fratelli e le sorelle migranti un piano serio di accoglienza, che permetta loro di usufruire di case sicure, servizi sociali appropriati e ambienti comuni per rendere la loro vita dignitosa e degna: sono lavoratori delle nostre terre e delle nostre imprese agricole che meritano tutte le garanzie, come qualsiasi cittadino – ha detto – Diventa sempre più necessaria la presa di coscienza responsabile dell’opinione pubblica e l’impegno concreto delle Istituzioni civili per trovare vie di soluzione agli enormi problemi delle zone periferiche del territorio comunale. I figli dei migranti molto spesso sono lasciati soli per molte ore a motivo del lavoro dei genitori o per ricerca di elemosine e viveri”. “Non possiamo ricordarci di loro solo quando succedono disgrazie come la morte di questi due piccoli – ha continuato Moscone, ricordando che a Fonterosa e Borgo Mezzanone è attiva la “Caritas diocesana e parrocchiale attraverso un presidio e la presenza di ‘Casa Speranza’ che fornisce assistenza ai migranti”. “Ai genitori addolorati, che abbraccio fraternamente, a tutti i migranti presenti tra noi, ai tanti operatori e volontari che cercano di portare aiuto e solidarietà fattiva ai migranti, assicuro la mia vicinanza e quella di tutta la Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, su cui possono sempre contare per un aiuto fraterno e per la difesa dei loro diritti”.